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Il mal di denti curato al naturale: dal Perù la nuova soluzione

Alessia

La prima antropologa occidentale che è stata accolta e che vive nella comunità Keshwa Lamas del Perù, Françoise Freedman, ha scoperto e vuole presto diffondere un incredibile rimedio per il mal di denti. Derivato dalla pianta amazzonica Acmella Oleracea (o più comunemente conosciuta come Crescione di Para), il rimedio è un potete antidolorifico totalmente naturale, che viene utilizzato da generazioni tra i popoli indigeni della foresta pluviale, con risultati sorprendenti. Un sostituto perfetto agli anestetici sintetici, che di solito si prendono per il fortissimo dolore ai denti, che non presenta nemmeno effetti collaterali o dipendenza. I test sono giunti ormai alla terza fase, ossia alla conclusione della sperimentazione, e ciò significa che entro i prossimi 3-4 anni, il gel dentale che è stato ricavato dalle foglie della Acmella Oleracea, potrà essere distribuito sul mercato dalla Ampika Ltd. (compagnia fondata dalla stessa Professoressa).

Parte dei ricavi della vendita, saranno destinati alla stessa comunità peruviana che ha permesso di divulgare questa loro conoscenza, al fine di realizzare un giardino specifico per le piante medicinali e di mantenere questo patrimonio di esperienza e sapienza per il futuro.

La scoperta della Prof. Lamas è avvenuta per esperienza personale, quando durante un cammino nella foresta, le è stata data come cura per il suo mal di denti, una pallida di vegetali da mordere (son le foglie ad avere proprietà analgesiche); dopo anni, mediante i racconti dell’avvenuto e l’interesse per la pianta, sono cominciati così gli studi delle proprietà della Acmella Oleracea per la ricerca farmacologica presso l’Università d Cambridge, trovando un nuovo analgesico che oltre ad essere totalmente naturale, a dispetto dei consueti FANS, sarebbe ottimo e ideale per il trattamento del dolore dentario nei bambini e come alternativa alle iniezioni anestetiche in odontoiatria.

Le proprietà dell’Acmella Oleracea

L’ Acmella Oleracea è già conosciuta in cucina (le sue foglie sono parte delle insalate, ad esempio) e per i suoi infusi, che vengono realizzati per combattere i dolori allo stomaco, i mal di gola, le balbuzie, le ulcere, gli ascessi nonché per attivare la salivazione in chi soffre di secchezza delle fauci e per stimolare la diuresi.

La pianta è già da moltissimo tempo che viene utilizzata in India, Africa e ovviamente nell’America del Sud, perché i suoi benefici all’apparato boccale sono molti (infiammazioni, carie, mal di denti, tonsillite, afonia, disfonia, afte, gengive irritate e sanguinamento, stomatiti e micosi orali) e si pone come vero e proprio antibatterico, anestetico locale, analgesico, antivirale, antifungino e antinfiammatorio. E’ utile anche per coloro che assumono già antidepressivi, antistaminici, retinoidi, anticolinergici ed inibitori della pompa protonica.

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