Allergia alle proteine del latte vaccino: l’APLV

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Il latte fa bene perché è un alimento “completo”. Questo è il tormentone che ci ripetono da quando siamo piccolini. E’ consigliato perché è il più prezioso alleato delle ossa. Mezzo litro di latte ti fornisce già il 75% di tutto quello che ti serve nella giornata!

In realtà contiene anche altri importanti nutrienti, come le proteine e le vitamine A e B2. Ma non è sempre vero che sia un toccasana, o meglio, non lo è per tutti.Il disturbo che può insorgere si chiama APLV, che significa allergia alle proteine del latte vaccino, ed è piuttosto frequente. Se è il tuo caso, l’unica soluzione è evitare il latte vaccino e i prodotti che lo contengono.

L’allergia può riguardare tutte le proteine del latte, ma più frequentemente è solo nei confronti della caseina e/o della b-lattoglobulina.

I sintomi dell’APLV sono: cutanei (orticaria, eczema, eruzioni), gastrointestinali (vomito, diarrea), respiratori (asma, edema) ed ha, talvolta, manifestazioni di tipo anafilattico (l’anafilassi è una reazione acuta e violenta dell’organismo verso un particolare antigene o allergene).

Quest’allergia colpisce circa un 3% dei neonati per risolversi poi verso i 10 anni d’età, ma spesso anche gli adulti ne possono soffrire. Nel caso dei neonati bisogna continuare a utilizzare il latte materno fino allo svezzamento. La cosa si complica un poco se a soffrirne è un adulto.

Se soffri di APLV occhio sempre alle etichette, infatti, alcune volte il latte è “nascosto” tra gli ingredienti di un alimento insospettabile con nomi “difficili”: lattoalbumina, lattosio, siero, caseinato, caseina, burro, aromi di burro artificiali, crema acida, crema, aroma di caramello, aromi naturali.

Importante è la distinzione tra APLV e IPLV, che danno intolleranza alle stesse proteine. L’IPLV, però, si può considerare più comunemente, come una “sensibilità” al lattosio (il principale zucchero contenuto nel latte) dovuta alla carenza di lattasi, l’enzima intestinale che regola la sua digestione.

Molto più diffusa è invece l’intolleranza al latte, che rende quest’alimento difficile da digerire.

Si dice “intolleranza al latte”, in realtà è nei confronti del lattosio che non scisso nelle sue componenti semplici e quindi non assorbito, per questioni osmotiche richiama liquidi nel canale digerente determinando turbe digestive (flatulenza e scariche).

In tal caso, scegli i prodotti privi di lattosio, come quelli della linea Granarolo Accadì ad Alta Digeribilità (latte HD).

Se sei costretto a eliminare il latte dal tuo regime alimentare, perché intollerante o perché soffri di APLV, dovrai assumere il calcio da altre fonti. Spesso non ci pensiamo, ma il calcio è presente ovunque, nell’acqua che beviamo ad esempio. Le erbe officinali sono ricchissime di calcio, soprattutto la salvia, il rosmarino e il basilico. Anche cereali, pane integrale, verdura, legumi e semi oleosi contengono mediamente più calcio di quanto ne contenga il latte!

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Attenzione anche se sei a dieta: il latte è un vero e proprio alimento liquido. Un litro di latte equivale a una bistecca da 170 grammi! Quindi se sei in lotta con la bilancia preferisci il latte magro: 100 grammi ti danno appena 36 calorie.

Infine, se proprio non puoi fare a meno del latte vaccino, sostituiscilo con quello di asina, cavalla, cammella o con il latte vegetale di soia o di riso. Invece, il latte di capra e pecora è sconsigliato se soffri di APLV per l’alta “similitudine” con le proteine del latte di mucca con il rischio di reazioni anafilattiche.

Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.