Biocosmesi – make up, trucco e cura della persona con i cosmetici naturali

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goccia foglia

goccia fogliaLa biocosmesi si presenta come una valida alternativa alle insidie della tradizionale cosmetica. I prodotti, rigorosamente certificati a norma di legge per il 95% da componenti naturali ed un possibile 5% di elementi sintetici, purché appartenenti ad una lista specifica, vi elimineranno l’onere di barcamenarvi nell’indecifrabile lista di sigle e numeri che trovavate stampata sulla vostra vecchia crema da giorno.

L’ INCI, ovvero la misteriosa etichetta situata sul retro dei nostri amati cosmetici, nasconde non meno pericoli delle carni o della frutta di dubbia importazione. Se credevate infatti di aver scampato la minaccia delle intossicazioni chimiche riempendo il carrello di alimenti biologici, dovrete fare i conti anche con quanto vi spalmate ingenuamente sul viso.

È la chiarezza, infatti, un un tratto distintivo delle etichette bio, consultabili anche attraverso i punti vendita online. Sembrerebbe questo un naturale diritto di noi consumatori, eppure fin troppe ditte (spesso spacciate erroneamente per “verdi”) consentono esclusivamente la lettura dei principi attivi riservandoci la conoscenza intera dell’ INCI solo ad acquisto fatto.

Scopriremo così, con nostro rammarico, come la crema al miele o alla calendula, che suonava così tanto nature altro non è se non un pasticcio di siliconi e petrolati. Quando acquistate, dunque, fate molta attenzione che i cosmetici siano realmente certificati come biologici.

Ma vediamo più da vicino cos’è che nuoce alla nostra pelle e al nostro organismo: i petrolati, la paraffina liquida, la vasellina e l’olio di silicone sono derivati dal petrolio e possono occludere i pori impedendo la naturale traspirazione del derma.

In particolare i siliconi largamente usati per facilitare la texture dei fondotinta, o all’interno di creme o ancora nel balsamo per capelli, sono i responsabili di quel bell’aspetto lucido e liscio che ci fa credere d’aver finalmente risolto i nostri problemi di pelle e chioma, quando si tratta in realtà di finti idratanti che non fanno altro che rivestire la zona trattata con una pellicola siliconica lasciando il danno lì dove stava, o peggio, creandone degli altri (vd le frequenti desquamazioni).

Gli enigmatici PEG e PPG sono usati come emulsionanti e rendono l’epidermide più permeabile causando spesso irritazione. I DEA, MEA, MIPA, TEA sono prodotti di sintesi che a lungo andare possono portare alla formazione di nitrosammine, sostanze cancerogene penetrabili attraverso la pelle.

L’EDTA è un agente chelante, ovvero cattura eventuali particelle metalliche ed è di fatto altamente inquinante. Queste sono solo alcune delle innumerevoli sostanze ritenute nocive in cui incappiamo di frequente, dando fondo alle nostre finanze nell’errata convinzione che più paghi e maggiore è la qualità del prodotto. Ebbene, altra ragione per cedere alla scelta del cosmetico biologico è proprio il prezzo; diversamente dagli store alimentari, che hanno dei costi non ancora alla portata di tutte le tasche, i cosmetici verdi presentano prezzi decisamente più abbordabili.

Nel concreto, per una crema idratante corpo da 200 ml in un famosissimo store italiano, spenderete intorno ai dieci euro. Inoltre l’alta concentrazione di principi attivi garantisce l’efficacia del cosmetico, a patto che conosciate le reali esigenze della vostra pelle e siate costanti nell’utilizzo.

Proprio per quest’alta concentrazione alcune sostanze potrebbero essere sconsigliate al vostro tipo di pelle, non cadete nel banale errore di crederle innocue perché vegetali. Questi estratti possono essere dannosi quanto un composto sintetico, per cui si raccomanda di consultare un dermatologo nel caso abbiate dubbi sull’uso di una particolare sostanza.

Altro incentivo alla scelta bio è il rispetto per gli animali e per l’ambiente. Tutti i prodotti bioecologici non sono testati sugli animali, né contengono elementi che comportino la loro soppressione, come ad esempio il grasso animale. Promuovono, inoltre, l’utilizzo di materie prime rinnovabili di provenienza vegetale.

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Gli ingredienti provenienti da agricoltura biologica rispettano il cicli naturali della terra; per coltivarli non vengono usati concimi chimici, acceleratori della crescita o antiparassitari inquinanti. Anche nell’imballaggio vi è una riduzione dell’impatto ambientale preferendo materie biodegradabili, come ad esempio le chips di amido in sostituzione del polistirolo, o altri riciclabili come i vasetti di vetro.

Veniamo ora alle poche pecche della biocosmesi. In primo luogo la durata della conservazione dei prodotti: non utilizzando conservanti sintetici i tempi sono di circa quattro mesi dalla data di apertura. Da qui la scelta di molte ditte di produrre un numero limitato di articoli per garantirne la freschezza. Ne consegue che i tempi di attesa nelle spedizioni online si dilungano dai quindici giorni alle tre settimane.

Altro neo è sicuramente la sfera del make up, che non presenta ancora la qualità, per lo meno in fatto di texture, resa e varietà, delle case cosmetiche tradizionali; anche se molte di queste stanno riservando un piccolo spazio all’ecobio, in particolare all’uso delle polveri minerali.

Tirando le somme, la biocosmesi risulta conveniente, sana, naturale, efficace ed anche equo solidale.