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Caraffe e impianti per depurare l’acqua domestica del rubinetto

Claudia

Molti sono i pregiudizi che ci portiamo dietro e, uno di questi riguarda l’acqua che sgorga dal rubinetto delle nostre case. Sicuramente gusto e limpidezza lasciano a desiderare, ma l’acqua “casalinga” è bevibile tanto quanto quella minerale, con il vantaggio in più d’essere meno costosa di quella che si acquista nei supermercati.

Da qualche anno a questa parte, vanno molto di moda gli impianti per la depurazione, ma anche delle piccole e comode caraffe dotate di filtri purificatori.

Ma quanto sono efficaci questi sistemi? Vediamoli nel dettaglio.

Filtri domestici a carboni attivi

I filtri a carboni attivi sono caratterizzati da porosità e dalla capacità di trattenere alcune sostanze, soprattutto inquinanti organici (solventi industriali, pesticidi). Ciò che non riescono ad eliminare, invece, sono i batteri e i nitrati e in particolare non riescono ad agire sulla durezza dell’acqua (valore che esprime il contenuto di ioni di calcio e magnesio oltre che di eventuali metalli pesanti contenuti nell’acqua).

Il problema principale dei carboni attivi consiste nel fatto che le loro caratteristiche ne fanno un potenziale luogo di coltura per determinati batteri. Per tale motivo, gli apparecchi a carboni attivi devono essere dotati, per legge, di un sistema che disinfetti l’acqua dopo il trattamento (raggi UV, argento, ozono)

In commercio le caraffe che utilizzano i filtri a carboni attivi  si trovano a partire da 20 Euro.

Filtri a scambio ionico

I filtri a scambio ionico sono costituiti da resine che innescano un processo chimico capace di ridurre la durezza dell’acqua e combatte nichel, cobalto, bario e altri pericolosi metalli, la cui presenza però è già ridotta al limite di legge dai trattamenti effettuati sugli acquedotti.

Per un impianto che utilizza questi filtri il costo  parte da 700 euro.

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Filtri a osmosi inversa

Tramite l’osmosi inversa, l’acqua viene forzatamente condotta attraverso una membrana semimpermeabile, attraverso cui possono passare solo alcune sostanze e in date quantità. Rispetto alle altre tecniche di depurazione, questa filtrazione elimina quasi tutte le sostanze contenute nell’acqua e in parte anche quelle positive, come alcuni sali, fondamentali per il nostro organismo.

In più queste apparecchiature sono molto ingombranti, poiché devono separare l’acqua in due flussi, creando inoltre un grande spreco di acqua, dato che per avere una certa quantità di H2O pura se ne deve scartare prima parecchia.

Il costo di un impianto del genere oscilla dai 600 ai 3000 Euro.

Quale metodo scegliere?

Il metodo più economico per depurare l’acqua di casa, è certamente la caraffa che, sempre più spesso vediamo sulle tavole di nostri amici e parenti. Questa economica soluzione, in realtà, rischia di essere la meno efficace (naturalmente meno si spende meno si ha, anche se però non dobbiamo credere che spendere cifre esorbitanti porti sempre a risultati ottimali) e soprattutto rischia di peggiorare e non migliorare l’acqua del rubinetto.

Le brocche tengono a bada i solventi, ma il ristagno dell’acqua nella caraffa causa un generale peggioramento della qualità microbiologica (la carica batterica) e chimica (l’aumento dei nitriti) dell’acqua. Perciò per evitare una proliferazione batterica, come suggeriscono le istruzioni, conservate l’acqua in frigorifero e consumatela entro la giornata.

In generale è consigliabile informarsi bene prima di acquistare costosi impianti filtranti, perchè l’acqua è un alimento fondamentale nella nostra dieta e, nel momento in cui la si va a svuotare di tutto, non aiuterà più il nostro organismo, anzi gli nuocerà.

Inoltre anche quando acquistiamo acqua minerale, accertiamoci che essa provenga direttamente dalle sorgenti, altrimenti conviene di più aprire il rubinetto e riempirci un bel bicchiere di acqua direttamente sotto i nostri occhi.

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