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Cause e sintomi dell’herpes genitale

Alessia
uomo-donna herpes

uomo-donna herpesIl termine herpes deriva dal greco (herpein=strisciare) e veniva già utilizzato nel passato, ai tempi di Ippocrate, per definire tutte quelle situazioni dermatologiche che presentavano un decorso della manifestazioni con andamento o lineare o “a serpente”.
Ora, con Herpes Genitale (herpes genitalis) si definisce specificatamente la malattia a trasmissione sessuale causata da un’infezione da parte del virus erpetico HSV2 (human herpes virus di tipo 2) e, in casi minori, da parte del virus erpetico HSV1.

A differenza dell’herpes genitale generato da virus herpes simplex 1, che nella maggior parte dei casi provoca l’herpes labialis, quella da herpes simplex 2 presenta molto più facilmente recidive ed è responsabile dell’herpes neonatale (la trasmissione dell’herpes al neonato durante il parto). Considerando le zone colpite, non è esattamente corretto porre delle distinzioni e relazioni “fisse” fra la zona ed il tipo virus: infatti, a volte è possibile isolare HSV2 da un herpes del viso, e viceversa.

L’herpes genitale è una malattia sessualmente trasmissibile (MST) sempre più frequente: si stima che in Italia circa il 20% degli adulti sia portatore di questo tipo di virus e, di solito, le donne vengono infettate maggiormente rispetto agli uomini (pare che 1 donna su 4 abbia l’herpes e che la probabilità per la donna sia doppia rispetto all’uomo). L’herpes genitale è un virus abbastanza comune che spesso si manifesta in forma molto lieve o non si manifesta affatto (circa l’80% delle persone infettate dall’herpes genitale non sa di averlo); anche nelle infezioni più severe è sufficiente seguire con scrupolo la cura per gestire efficacemente il problema.

Le cause dell’herpes genitale

L’herpes genitale è causato dal virus herpes simplex di tipo 1 o 2: il primo è la comune febbre che attacca bocca e labbra (con il sesso orale può diffondersi anche ai genitali però), mentre il secondo è la tipica causa dell’herpes genitale (anche se negli ultimi decenni, questa distinzione si sta sempre più assottigliando).

Il decorso del virus è molto semplice: una volta penetrato nel corpo, il virus fa la sua comparsa, in modo anche violento, e poi scompare nel giro di 15 giorni. A differenza degli altri virus però, quest’ultimo non viene debellato o sparisce ma anzi, persiste per sempre nell’organismo nascondendosi nei gangli nervosi, in modo che gli anticorpi e i medicinali appositi non riescano ad individuarlo. Alla prima occasione di un deficit immunitario quindi, il virus avrà la possibilità di ricomparire e manifestarsi nuovamente in prossimità della zona già colpita in passato. Fortunatamente, anche se non si riesce ad eliminare in toto, questa volta i maggiori anticorpi a disposizione saranno in grado di combatterlo ad un livello superiore (col tempo, la periodicità e frequenza diminuiscono).

Questo risveglio del virus è provocato da stress, da stanchezza fisica, da depressione (fattore psicologico), da febbre e da altre infezioni in corso, dal ciclo mestruale per le donne, dall’esposizione eccessiva alla luce solare (raggi UV di apparecchi di solarium o direttamente del sole sulle parti intime), da traumi anche minimi provocati da rapporti sessuali “vigorosi” e da situazioni immunodepressive (malattie che agiscono sul sistema immunitario). Fortunatamente la maggior parte delle persone infette non avranno mai una manifestazione clinica evidente di herpes genitale ma, essendo portatori inconsapevoli, possono diffonderla facilmente senza le opportune precauzioni.

I sintomi

Il sintomo caratteristico dell’herpes genitale è la comparsa di piccole bollicine biancastre e vesciche (simili a quelle che sorgono sulle labbra) nell’area genitale, che richiedono circa 10 giorni per seccarsi, incrostarsi (croste bruno-giallastre) e quindi guarire e scomparire. Il primo episodio di “eruzione”, particolarmente forte, fastidioso e doloroso, compare entro quindici giorni dal contagio e può perdurare anche plurime settimane.

Prima che le vesciche appaiano, si possono avvertire dei sintomi da considerare i tipici “campanelli d’allarme”: sensibilità, formicolio, bruciore, prurito o dolore nella zona in cui comparirà la vescica. Allo sgonfiamento di quest’ultima, si avranno poi delle ulcere molto dolorose. Queste bolle compaiono solitamente vicino all’area di contagio; spesso e purtroppo però, la prima o le successive insorgenze non vengono riconosciute, poiché i sintomi sono leggeri e quasi impercettibili.
Alla prima insorgenza si gonfiano anche i tessuti genitali e le ghiandole inguinali diventano dolorose; possono comparire anche febbre, mal di testa, dolori articolari, impossibilità ad urinare, costipazione e irritazione nervosa. In casi rarissimi, si può arrivare a meningite (il cui tasso di mortalità è elevato) o encefalite (il ruolo dell’herpes come fattore di predisposizione del cancro del collo dell’utero è controverso). Nel caso in cui l’infezione coinvolga l’ano, si possono avere dolori anali, perdite e sanguinamento modesto.

I sintomi del primo attacco possono durare fino a 20 giorni. Con le recidive e il rafforzamento del sistema immunitario, il virus potrebbe riattivarsi senza mostrare particolari sintomi come prurito, bruciore genitale o anale e dolore, ma solo un rossore locale: questa è l’infezione asintomatica, molto temuta e pericolosa perché, non facilmente riconoscibile, è causa di alto contagio sessuale.

Negli uomini, le parti maggiormente colpite in cui sorgono le bolle sono lo scroto, l’interno cosce, sul pene e intorno all’ano, a seconda del personale orientamento sessuale. Nelle donne, i più comuni siti di infezione sono l’ano, la cervice, l’interno delle cosce, le grandi e piccole labbra, la regione clitoridea e la vagina.
Come per l’herpes labialis, le bolle che si formano, giungono a scoppiare e a trasformarsi poi in ulcerazioni e cicatrici, con dolore e prurito appunto. A differenza di quest’ultimo però, ci sono maggiori possibilità e rischi di complicazioni successive.

Diagnosi dell’herpes ai genitali

Se con la semplice analisi delle bollicine da parte del medico, non si riesce a diagnosticare l’herpes genitale, si può ricorrere a taluni esami di laboratorio: analisi del liquido della bollicina; analisi del DNA; prova di lesione cutanea; esami del sangue, che evidenziano la presenza degli anticorpi specifici, come il dosaggio anticorpi IgC e IgM anti-HSV2, dosaggio anticorpi IgC e IgM anti-HSV1 etc.

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