Come dimagrire con la dieta dei due giorni

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Potrebbe sembrare un sogno: dimagrire seguendo una dieta ben precisa soltanto due giorni alla settimana. In realtà, non è esattamente così e i restanti 5 giorni non si può e non si deve mangiare fino a star male.

Secondo la dietologa Michelle Harvie e l’oncologo Toni Howell, che lavorano insieme al Genesis Breast Cancer Prevention Centre dell’Università di Manchester, basta ridurre le calorie due giorni a settimana e mangiare in modo controllato gli altri cinque, magari seguendo la dieta mediterranea, forse il regime alimentare più sano ed equilibrato al mondo, visto che si basa su un largo consumo di frutta e verdura.

Nel libro La dieta dei due giorni, edito da Mondadori, i due esperti spiegano come dimagrire senza effetto yo-yo seguendo le loro indicazioni. La dieta dei due giorni potrebbe essere vista come la naturale evoluzione della Fast Diet, di cui vi abbiamo già parlato: se però nella Fast Diet non si potevano superare le 500 calorie nei due giorni di dieta, qui invece non occorre fare conteggi ma scegliere il proprio menu giornaliero da una lista di alimenti consentiti.

Cosa troviamo in questa lista? Essenzialmente cibi ricchi di proteine, grassi monoinsaturi e cibi ricchi di vitamine e sali minerali, come frutta e verdura. Vanno eliminati totalmente gli alimenti che contengono carboidrati come pane e dolci.
Un menu tipico, dunque, prevede dalle 4 alle 12 porzioni di proteine, 5 porzioni di grasso, 3 porzioni di latticini, 1 porzione di frutta e 5 di verdura. Per il significato di porzione vi rimandiamo al libro, ma sappiate che una porzione di proteine corrisponde all’incirca a 30 grammi di carne bianca o 60 grammi di pesce, mentre una di grasso corrisponde ad un cucchiaino (da caffè) di olio extravergine d’oliva.
Si tratta di una dieta che, quindi, esclude completamente – due giorni su sette – i carboidrati (se non quelli contenuti nell’unica porzione di frutta concessa).

Nei restanti cinque giorni, spiegano gli esperti, bisogna seguire la classica dieta mediterranea, a base di frutta, verdura, legumi, cereali integrali, carne bianca, pesce e latticini magri. Pizza, pane e dolci non sono vietati, come prevede la dieta stessa, ma vanno limitati, prediligendo i carboidrati a basso indice glicemico e quelli non raffinati.

Sei donne su dieci, nel campione preso in esame, dopo 3 mesi hanno perso 4 kg e mezzo. Secondo Harvie e Howell, si tratta di un regime alimentare adeguato, perché permette di cambiare abitudini in modo graduale e controllato ed eventualmente, dopo alcuni mesi, si riuscirà a contenere l’apporto di carboidrati anche nei giorni di dieta mediterranea.

L’ultimo punto da tenere presente è il movimento: bisogna abbinare esercizi aerobici (come la corsa o il tapis roulant o lo step) ad esercizi di resistenza, con manubri e pesetti. Almeno due ore a settimana.

Cosa ne pensiamo noi

I cinque giorni di dieta mediterranea sono senz’altro un fatto positivo. Il problema è che i restanti due giorni vengono del tutto esclusi i carboidrati dalla dieta che, ancora una volta, così come accade nelle classiche diete iperproteiche, vengono visti come l’origine di tutti i mali.

Così non è, ovviamente, però, c’è carboidrato e carboidrato. Quelli raffinati, come lo zucchero bianco o la farina 00, in effetti provocano un picco glicemico che causa accumulo di grasso nell’organismo. Consumare, invece, cibi integrali (pane integrale, pasta al farro, miele al posto dello zucchero) consente di rallentare l’assorbimento degli zuccheri nel sangue e dunque scongiurare tutti i pericoli dell’innalzamento della glicemia.