Vai al contenuto

Come riconoscere e curare le allergie

Redazione

Manca poco più di un mese all’arrivo della primavera e con essa delle allergie: lo sbocciare dei fiori, l’impollinazione sono causa, per moltissimi, di riniti perenni, congiuntiviti, tosse e addirittura, nei casi più gravi, asma. Almeno dal dieci al quindici per cento della popolazione italiana è colpita da fenomeni allergici e si calcola che nel nostro Paese circa sette milioni di persone soffrano di questo fastidiosissimo disturbo.

L’allergia è una reazione di difesa eccessiva del sistema immunitario di fronte a sostanze considerate erroneamente nocive. L’errore avviene nella prima fase di confronto, cioè la sostanza estranea non solo viene riconosciuta come non compatibile con l’organismo ma viene anche “ingigantita” per quanto riguarda la sua pericolosità. Ecco che allora il sistema immunitario opera da un lato una particolare segnalazione dell’estraneo nella sua memoria interna e dall’altro costruisce un numero eccessivo di anticorpi pronti a reagire massicciamente qualora si ripresentasse un nuovo contatto ( processo di sensibilizzazione ).

Le cause di tale processo sono ancora sconosciute, certo è che le manifestazioni allergiche possono comparire in qualsiasi momento della vita, anche dopo molti anni dalla prima volta in cui si è venuti a contatto con il fattore allergizzante. Altrettanto noto è che vi sia una percentuale di ereditarietà, cioè si riscontra che il 30% dei bambini che hanno un genitore che soffre di allergia possono sviluppare fenomeni allergici dello stesso tipo anche quando sono in età adulta.

Il test per diagnosticare l’allergia

In genere la diagnosi in un primo tempo si basa sulla presenza di sintomi descritti che si presentano in prevalenza durante la primavera o l’estate. In un secondo tempo si pratica un test fondamentale per fare una sicura diagnosi di allergia e, cosa importante, per individuare la sostanza che il sistema immunitario, per errore, considera estremamente nociva, il Prick test .

Si praticano delle “scarnificazioni” non sanguinanti e non dolorose cutanee di un centimetro sulla faccia interna del braccio e distanti fra loro almeno due centimetri. Su ognuna si depone una goccia di soluzione acquosa di differenti sostanze ( allergeni ). Se c’è reazione positiva, cioè si è allergici a una o più sostanze, entro 10-20 minuti si forma un ponfo roseo e pruriginoso là dove l’allergene specifico è stato deposto.

Una cura definitiva, purtroppo non esiste: i cortisonici vengono usati per alleviare i sintomi. I medici generalmente consigliano il vaccino: ogni iniezione, compressa sublinguale o goccia contiene una minuscola quantità della sostanza o delle sostanze specifiche in grado di scatenare le reazioni allergiche, necessarie a stimolare il sistema immunitario senza scatenare una crisi vera e propria.

Con il passare del tempo il medico aumenta la dose di allergene presente in ciascuna somministrazione. in questo modo l’organismo si abitua agli allergeni, cioè si desensibilizza.

Condividi

COSA SCOPRIRAI