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Fimosi, quando ricorrere all’intervento chirurgico?

Alessia
cure fimosi

cure fimosiIn caso di fimosi sono diverse le cure a cui ricorrere per risolvere questo problema. Prima di vedere nel dettaglio le diverse terapie mediche e i diversi interventi chirurgici possibili, ecco i motivi per cui è preferibile correggere la fimosi:

Rende migliori i rapporti sessuali: il restringimento del prepuzio non permette l’agevole afflusso di sangue nei corpi cavernosi quindi, l’erezione per un paziente con fimosi può essere molto dolorosa. E’ possibile che la pelle del prepuzio venga lacerata provocando infiammazioni locali, dolore ed impossibilità di penetrazione nel rapporto sessuale.

– Permette una migliore igiene: con fimosi severa è difficile eseguire una corretta e completa pulizia del pene (o addirittura impossibile).

Riduce il rischio di infiammazioni da batteri e da funghi: gli organi sessuali femminili e maschili sono soggetti ad infiammazioni a causa di questi microorganismi. Come conseguenza della difficoltà di eseguire una corretta e completa igiene, il paziente con fimosi sarà soggetto a frequenti infiammazioni ed infezioni.

– Riduce la sensibilità cutanea aiutando a gestire l’eventuale eiaculazione precoce: l’esposizione costante del glande rende questa particolare cute meno sensibile e di conseguenza, si riduce l’aspetto meccanico legato all’eiaculazione precoce.

– Potrebbe ridurre il rischio HIV: argomento controverso in quanto esistono autorevoli ricercatori che sostengono che la circoncisione renda il tessuto scoperto meno vulnerabile alla penetrazione del virus dell’ HIV durante un rapporto sessuale. Non ci sono comunque prove e certezze assolute.

Le cure per la fimosi

Oltre agli esercizi naturali in grado di allargare a poco a poco il prepuzio nei casi lievi, le terapie della fimosi sono diverse, mediche e chirurgiche.

Le terapie mediche, utilizzate per la fimosi sia da infezione sia da infiammazione, ma non per la fimosi congenita, sono:
– terapie anti-infettive, mirate all’agente causale della balanopostite, generalmente sono batteri o miceti che a seconda della situazione possono essere a somministrazione esclusivamente locale: pomate a base di aureomicina, gentamicina etc. oppure di antifungini; può essere necessario associare anche un trattamento sistemico con antibiotici o antifungini orali nei casi più complessi;
– terapie anti-infiammatorie, ideali per trattamenti locali a base di cortisonici; questi farmaci possono essere impiegati in fase infettiva in associazione con i farmaci anti-infettivi e nella successiva fase infiammatoria post-infettiva, per prevenire una retrazione cicatriziale stabilizzata; se la fimosi è sostenuta da fattori infiammatori recenti (quindi reversibili), queste terapie possono dare plurimi benefici e possono far evitare la chirurgia.

Passiamo ora alle terapie chirurgiche

Circoncisione

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E’ l’intervento più comunemente usato, svolto in anestesia locale (che viene eseguita alla base del pene circonferenzialmente), e consiste nell’asportazione completa della porzione eccedente del prepuzio, responsabile del restringimento; dopo l’intervento il glande rimane completamente scoperto; ha il vantaggio di essere risolutivo in tutti i casi ma ha lo svantaggio di lasciare il glande completamente scoperto.

Tecnicamente, si utilizza dapprima una pomata anestetica, da applicare attorno al glande ed alla base del pene, per fornire una prima anestesia locale: dopo pochi minuti, viene intensificata dall’infiltrazione con ago di un anestetico locale. Si procede poi all’asportazione del tratto fimotico e della cute in eccesso, suturando i margini con punti sottili e ravvicinati, composti da materiale riassorbibile. La parte verrà così fasciata ed il paziente potrà alzarsi immediatamente ed essere dimesso. Nei giorni successivi comparirà invariabilmente un gonfiore, che si riassorbirà spontaneamente nel giro di 14 giorni circa; le medicazioni da eseguire per 7 giorni, sono estremamente semplici. Le attività lavorative si possono riprendere subito, mentre bisogna attendere circa 15-20 giorni per riprendere completamente l’attività sessuale.

Con la circoncisione laser, il paziente può beneficiare della tecnica di operazione e, al contempo, di avere poi una degenza meno duratura e meno “impegnativa”. Infatti la chirurgia a mezzo laser Co2 ultrapulsato è caratterizzata da elevata precisione e di ridotto danno termico, grazie alla pulsazione del raggio: i tessuti incisi non sono soggetti al tipico gonfiore postoperatorio, caratteristico invece della chirurgia tradizionale.

Precisamente, con questa moderna tecnica di circoncisione (Laser Circumcision), il raggio laser CO2 superpulsato interviene incidendo e coagulando contemporaneamente, con la massima precisione. Viene rimosso il prepuzio in eccesso e vengono applicati un paio di punti di sutura in corrispondenza dell’incisione laser. I fili impiegati si riassorbono in 7-10 giorni. Il paziente adulto può riprendere da subito le normali attività, mentre quello pediatrico (che è stato leggermente sedato, ovviamente) deve rimanere in osservazione per un paio d’ore (prassi postoperatoria normale). Si prescrive dunque una terapia antibiotica ed antinfiammatoria di 3-4 giorni e, se necessario o al bisogno del paziente, anche farmaci antidilorifici. La medicazione postoperatoria richiede solo 2-3 giorni: dopo questi (ossia, dopo la rimozione della medicazione), il paziente può tornare al lavoro tranquillamente.

La cicatrice guarisce normalmente in 7-10 giorni; è opportuno riprendere gradualmente lo svolgimento di qualsiasi attività sportiva, dopo 2 settimane. L’ attività sessuale, invece, si può riprendere dopo 3-4 settimane dall’intervento laser.
Nel caso di fimosi strozzata, l’intervento riveste carattere d’urgenza per evitare l’insorgenza di fatti necrotici a carico del prepuzio, che prima si ulcera e poi va in necrosi. La parafimosi può poi ulteriormente complicarsi per l’insorgenza di fenomeni infettivi: un’infezione da germi piogeni può rapidamente propagarsi ai tessuti vicini e al glande.

Si può ben riconoscere la parafimosi perché è molto evidente: il glande è molto congestionato e il prepuzio forma due cuscinetti circolari, uno più pronunciato a valle dello strozzamento, e il secondo a monte. In questo caso, è consigliabile cercare di ridurre subito lo strozzamento, perché con il passare del tempo la congestione del prepuzio si aggrava, rendendo sempre più difficile la manovra: si appoggiano le dita di una mano sul glande e con il pollice e l’indice dell’altra mano si circonda ad anello il prepuzio, posteriormente allo strozzamento; quindi, si spinge in avanti delicatamente ma con decisione il prepuzio, spingendo contemporaneamente indietro il glande. Se la manovra non riesce, è necessario recarsi rapidamente al pronto soccorso: se non è possibile ridurre la parafimosi, è necessario incidere il cingolo che strozza il prepuzio, con un taglio longitudinale sulla faccia superiore del pene.

Una volta eseguito questo intervento d’urgenza, è consigliabile lasciar trascorrere qualche giorno, perché si riducano la congestione ed il gonfiore provocati dallo strozzamento del prepuzio, e quindi eseguire l’intervento di circoncisione, che è il solo metodo che permette di evitare le ricadute: non bisogna dimenticare che una fimosi trascurata può provocare complicazioni gravissime, a volte anche mortali, come il ristagno di urina all’interno dei reni.

Postectomia parziale

Intervento di asportazione parziale del prepuzio ed è indicato per i casi in cui esiste un anello prepuziale ristretto ed il resto del prepuzio si presenta ampio: viene asportata solo la parte ristretta del prepuzio. Questo intervento ha il vantaggio di mantenere una copertura parziale del glande ma ha lo svantaggio di possibili recidive di fimosi, che si può ripresentare.
Dopo l’intervento i punti di sutura sono riassorbibili e non necessitano di rimozione; la ferita guarisce in circa 2 settimane; il ritorno all’attività sessuale ne richiede circa 3-4 (anche se alla ripresa, la cicatrice può dare ancora qualche fastidio); l’utilizzo di pomate a base di sostanze anti-infiammatorie possono aiutare ad accelerare la ripresa.
Il glande che rimane scoperto in tutto o in parte, presenta una maggiore sensibilità, dato che è a contatto diretto con l’ambiente esterno; questa sensibilità è però transitoria in quanto si forma rapidamente un rivestimento cheratinizzato (corneo), come quello delle labbra, che ne riduce la sensibilità.

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