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Iodio: a che serve e in quali alimenti è contenuto

Anna Vollono
iodio

Lo iodio è un minerale presente nel suolo ma soprattutto nei mari. Seppur in minime quantità lo iodio, dai 15 ai 20 mg, è presente anche nel nostro organismo e ha un ruolo biologico molto importante nel favorire lo sviluppo e l’accrescimento dell’individuo.

Lo iodio viene acquisito dal nostro organismo tramite l’alimentazione e viene immagazzinato per circa l’80% nella tiroide, una ghiandola endocrina che ha la funzione di sintetizzare gli ormoni tiroidei. Questi ormoni, triiodotironina (T3) e tirosina (T4) hanno bisogno dello iodio per essere sintetizzati in quanto parte della loro struttura e hanno un ruolo primario nell’accrescimento corporeo, nello sviluppo neurologico e nella regolazione del metabolismo.

Dose giornaliera e alimenti consigliati

Le dosi minime giornaliere di ioni ioduro da consumare sono abbastanza bassa. A seconda dell’età e dello stato di accrescimento della persona le quantità giornaliere variano:

  • neonati: almeno 70 microgrammo di ioni ioduro al giorno
  • bambini: 100 microgrammi al giorno
  • adolescenti: 130 microgrammi al giorno
  • adulti: 100/150 microgrammi al giorno
  • donne in gravidanza e allattamento: 200 microgrammi al giorno, per favorire la crescita e lo sviluppo del feto

Gli alimenti ricchi di ioni ioduro sono tutti quelli che crescono in un ambiente ricco di iodio. Pesce, crostacei, alghe Kombu, Fucus e Wakame sono in assoluto le fonti più ricche di iodio, mentre in concentrazione minore si trova in uova, cereali, latte, legumi e vegetali.

Un’alimentazione equilibrata è sufficiente per soddisfare il fabbisogno minimo giornaliero di iodio, altrimenti è bene ricorrere a fonti integrative di questo elemento con ad esempio il sale marino iodato.

Il sale marino iodato consiste in cloruro di sodio a cui sono stati addizionati ioni ioduro. È una strategia promossa da molti esperti per incrementare la quantità di ioni di iodio inseriti nell’alimentazione, in quanto nella popolazione mondiale sono molto comuni le disfunzioni tiroidee.

Abuso o carenza di iodio: sintomi

L’organismo tollera bene una concentrazione alta di ioni ioduro (fino a 600 microgrammi al giorno negli adulti), eventualità che avviene in caso di abuso di integratori o alghe Kombu, a patto che non si vada in sovradosaggio (150 milligrammi al giorno). Gli effetti collaterali che si manifesteranno sono:

  • tachicardia 
  • sudorazione 
  • agitazione 
  • ipertiroidismo, ipotiroidismo o gonfiore alle paratiroidi: solo in caso di sovradosaggio

Invece rimanere al di sotto della quantità minima giornaliera consigliata comporta negli adulti:

  • metabolismo lento 
  • sonnolenza
  • affaticamento
  • calo della libido 
  • aumento di peso 
  • gozzo: un rigonfiamento della tiroide che cerca di captare quanto più iodio possibile, solo in Italia ne soffre il 10% della popolazione
  • menorragia: aumento del flusso mestruale
  • poliamenorrea: mestruazioni più frequenti

Il ruolo dello iodio nello sviluppo dei bambini

È stato dimostrato che nella storia dell’uomo la scelta di mangiare pesce, fonte principale di ioni ioduro e di grassi polinsaturi omega-3 e omega-6, sia stata vincente per lo sviluppo cerebrale della specie e quindi per il salto evoluzionistico.

Lo iodio negli adulti a livello cerebrale ha la funzione di mantenere attivo il cervello. In gravidanza e nei bambini è molto importante non incorrere in una carenza di iodio in quanto è essenziale per lo sviluppo fisico e cognitivo del bambino. Lo iodio diventa, nelle fasi di crescita, importantissimo in quanto la produzione degli ormoni tiroidei, lo sviluppo e il potenziamento del cervello sono strettamente legati, non a caso deficit cognitivi come il cretinismo sono legati alla scarsa funzionalità tiroidea.

Lo iodio come antiossidante e antitumorale

Studi recentissimi, e ancora da verificare, hanno ipotizzato come lo ioduro di potassio abbia un ruolo nella riduzione della tossicità del perossido di idrogeno e altri radicali liberi che si producono nella mucosa gastrica. I radicali liberi sono molecole altamente reattive in grado di danneggiare cellule e comparti cellulari, inducendo così una reazione a catena che innesca la produzione di altre molecole che andranno a danneggiare altre componenti della mucosa.

In questo contesto c’è un’alta possibilità che una di queste cellule possa trasformarsi in una cellula tumorale. Lo iodio, in questo caso, avrebbe un ruolo preventivo sullo sviluppo di un eventuale tumore gastrico.

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