La dieta senza glutine!

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Consumare prodotti senza glutine, destinati ai celiaci, sembra essere diventata nient’altro che una moda. I numeri parlano chiaro: i celiali diagnosticati sono 135 mila circa, ma sono 600 mila le persone non celiache che hanno acquistato nel corso del 2012 almeno un prodotto gluten-free. Per quale motivo se non per seguire una moda?

Del resto i vip l’hanno lanciata: Gwyneth Paltrow la segue per “depurare l’organismo”, Russell Crowe eliminando il glutine ha perso 8 kg in poco più di tre mesi, Miley Cyrus ha scoperto che la dieta gluten-free migliora la pelle e la salute fisica e infine Novak Djokovic, tennista celiaco, attribuisce alla dieta senza glutine il merito delle sue vittorie.

Fatto sta che sempre più persone, attratte dalla moda, iniziano a consumare cibi per celiaci senza che ce ne sia effettivo bisogno. Si acquistano soprattutto prodotti secchi (83%) e in misura minore surgelati (12%).
Eppure, spiegano i dietologi, un etto di pane senza glutine ha lo stesso apporto calorico del pane con il glutine. Sta succedendo quello che è accaduto con la Dukan, continuano gli esperti, ricordando che quando Kate Middleton parlò della dieta tutti iniziarono a considerarla e molti a seguirla.

Il fattore Russell Crowe, insomma, spinge a credere che questo regime dietetico (un obbligo per molti, e non una libera scelta) sia salutista, più leggero e dimagrante. Così non è: certamente il cibo per celiaci non fa male, alcuni lo trovano più digeribile, ma di certo non fa dimagrire ed è assolutamente inutile per chi non sia intollerante al glutine.
Anzi, addirittura per produrre la pasta per celiaci si devono utilizzare surrogati che possano aumentare l’indice glicemico del prodotto. Tradotto vuol dire che consumare cibi di questo tipo talvolta può far aumentare i livelli di zuccheri nel sangue, zuccheri che si trasformano in grasso per l’effetto dell’insulina.

Infine, non dimentichiamo che i prodotti per celiaci costano più di quelli normali, un po’ come accade per la pasta integrale che costa quasi il doppio della pasta tradizionale. Gli acquisti, per lo più, vengono fatti in farmacia, dove i costi sono ancora più alti.

Se questa non è soltanto una moda, allora, ci chiediamo come altro potremmo definirla!