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Le proprietà benefiche del kiwi

Sonia Brunelli
kiwi

Quando vogliamo assumere vitamina C pensiamo subite alle arance, in realtà il kiwi ne è molto più ricco: un frutto al giorno soddisfa completamente il fabbisogno quotidiano di vitamina C.

Ma non solo, è anche un’ottima fonte di potassio, ferro, rame e vitamina E, che combinate insieme, conferiscono al kiwi caratteristiche antisettiche, immunologiche e antianemiche.

Inoltre, grazie all’alta quantità di minerali, il kiwi è in grado di regolare la funzionalità cardiaca e la pressione arteriosa. Le altre proprietà benefiche del kiwi sono: aiutare chi soffre di stipsi e di disordini dell’apparato digerente, alleviare i problemi circolatori, combattere l’osteoporosi.

I suoi pregi non finiscono qui, perché ha anche proprietà rinfrescanti, dissetanti e diuretiche.

Il kiwi è ottimo per combattere i radicali liberi, ritardando così l’invecchiamento della pelle, inoltre si è rivelato un ottimo protettore di denti, gengive e vasi sanguigni, avendo tra l’altro un ottimo potere cicatrizzante; infine contiene un’alta percentuale di acido ascorbico, che è in grado di abbassare il colesterolo cattivo.

Questo frutto è ottimo anche per abbassare la pressione. Mangiando tre kiwi al giorno, si abbassa la pressione di 3.6 millimetri: tutto merito della luteina, una proteina dalle caratteristiche antiossidanti, presente nei kiwi, nelle mele o nell’olio d’oliva (l’ipertensione è una delle cause di decessi più frequenti al mondo: tenerla sotto controllo è fondamentale).

C’è da dire, però, che qualunque rimedio naturale, funziona molto meglio se si segue una dieta ricca di frutta, verdura e un’attività fisica regolare.

Il kiwi è uno dei pochi frutti che contengono acido folico (noto anche come folacina o Vitamina B9 o M), una sostanza necessaria alle donne incinte per il buon sviluppo del feto, allo scopo di evitare al bambino malattie come spina bifida o anencefalia.

Il kiwi però non sempre è ben tollerato da tutte le persone e alcuni lamentano reazioni allergiche come quando s’ingeriscono fragole.

In commercio si trovano solitamente due varietà di kiwi: il classico con la polpa verde che ha una dimensione simile a un uovo e la pelle bruna con dei pelucchi, e quelli con la polpa gialla denominati gold (oro), che hanno una forma più allungata, la pelle è liscia e non hanno villi.

La sua polpa è dolce e il sapore è una combinazione di mango, pesca, melone e miele. Questo frutto esotico, oggi è principalmente coltivato in Italia, secondo paese produttore al mondo per la produzione di kiwi, dopo la Cina.

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Infine, una curiosità: il kiwi è presente in Italia dal lontano 1800, ma si riteneva che non fosse commestibile, per cui veniva coltivato solo come pianta ornamentale.

Kiwi per andare in bagno

Il Kiwi, preso al mattino, è molto utile per regolare la motilità intestinale per i soggetti che soffrono di stitichezza, magari dopo un periodo in cui si sono fatti sgarri alimentari che hanno compromesso la facilità ad andare in bagno. E’ quindi un ottimo frutto lassativo.

Kiwi contro l’influenza

Come difendersi dalle insidie dell’inverno? Con un consumo costante di kiwi perchè contiene tanta Vitamina C!

Tra gli alimenti che contengono più vitamina C c’è infatti il kiwi con circa 85mg per 100gr, seguito dalle cime di rape circa 110mg per etto, arance 50mg per etto.

Le funzioni principali della vitamina C, o acido ascorbico sono necessarie per: stimolare la reazione delle difese immunitarie dell’organismo, il che aiuta a combattere gli attacchi virali. Influenza e raffreddore, tipici malanni di stagione causati da virus, vengono contrastati dalla vitamina C, che fra l’altro è anche un antiossidante, ha funzione antistress, distrugge i radicali liberi, contrasta la degenerazione cellulare, è fondamentale per i bambini perché rafforza ossa e denti, aiuta la cicatrizzazione delle ferite e a combattere le anemie.

I benefici della Vitamina C

La vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro (in dosi di 200-500 mg) incrementando il tasso di emoglobina, zinco, calcio, magnesio, etc., contrasta gli effetti tossici della nicotina, del benzoato, dei composti azotati, dei citotossici, delle radiazioni ionizzanti, inattiva le tossine batteriche, interviene nel trasporto dell’ossigeno e degli elettroni, indispensabile per le attività vitali di tutte le cellule e per la produzione di energia soprattutto muscolare, previene l’accumulo d‘istamina (responsabile di allergie).

Inoltre modula le prostaglandine (mediatori dei processi infiammatori), previene la degenerazione cellulare (fra cui il processo d’invecchiamento), previene i danni provocati dal formolo, protegge occhio e polmone. La vitamina C è importante anche per il recupero di pazienti colpiti da attacco cardiaco, prevenendo la dannosa azione dei radicali liberi.

Una sua funzione molto importante è quella di mantenere in attività il collagene, una proteina necessaria per la formazione del tessuto connettivo della pelle, dei legamenti e delle ossa.

Il livello di acido ascorbico nel sangue raggiunge la punta massima due o tre ore dopo l’ingestione di una quantità media, per poi diminuire quando inizia l’eliminazione attraverso le urine e la sudorazione. La maggior parte della vitamina C è eliminata dal corpo in tre o quattro ore, ecco perché essa deve essere assunta diverse volte il giorno.

La vitamina C è estremamente labile, e viene distrutta rapidamente dalla cottura, dall’esposizione all’aria e alla luce. Quanto più freschi e meno cotti saranno gli alimenti, maggiore sarà la quantità di vitamina contenuta. La conservazione degli alimenti riduce molto il contenuto di vitamina C. Il succo d’arancia in una tazza, solo se è conservato coperto con del cellophane nel frigorifero, conserverà la sua forza per diversi giorni.

Tra i metodi di cottura da preferire per non disperdere la vitamina C: il forno a microonde, il vapore e la frittura rapida.

La capacità dell’organismo di assorbire la vitamina C è ridotta dal fumo, dallo stress, dalla febbre alta o dall’inalazione di gas derivati dalla combustione del petrolio. Il bicarbonato di sodio crea un ambiente alcalino che distrugge la vitamina C. I contraccettivi orali ne diminuiscono l’effetto. I salicilati, i sulfamidici, le tetracicline, il fumo, l’aspirina ne riducono l’assorbimento.

La vitamina C e la vitamina E combinate insieme, proteggono le componenti idrofile e lipofile della cute, riducendo i danni indotti da UVA, UVB.

Carenza di vitamina C

Gli effetti della mancanza di vitamina C possono essere causa d’infarti, ictus (provocati da coaguli), degenerazione muscolare che può includere il cuore. Gli etilisti hanno un tasso bassissimo di vitamina C nel siero perché la vitamina è utilizzata per eliminare gli effetti tossici dell’alcool.

Segni di carenza sono respiro corto, cattiva digestione, capelli fragili con doppie punte, capelli che si spezzano sottopelle e che si attorcigliano, capelli secchi e annodati, scarsità di latte, rottura dei vasi sanguigni causa di sanguinamento delle gengive alla base dei denti, rottura dei capillari causa di emorragie puntiformi, problemi alla pelle, indebolimento dello smalto, tendenza alla formazione di ematomi, giunture gonfie o doloranti, perdita di sangue dal naso, anemia, diminuita resistenza alle infezioni, lenta guarigione di fratture e ferite.

I denti possono essere meno saldi e perdere le otturazioni. Anche carenze minime di vitamina C possono causare disturbi alle gengive che permettono ai batteri e alle sostanze tossiche di penetrare nei tessuti causando periodontopatie.

Per il nostro corpo è necessario un rifornimento continuo di vitamina C, infatti, il corpo umano non è capace di sintetizzarla. La quantità ideale è 200 mg al giorno (100 mg al mattino e 100 mg nella colazione del pomeriggio, verso le 17:00).

Sonia Brunelli
Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.
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