Nuovo allarme SARS: c’è da preoccuparsi?

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Lo scorso martedì, si presenta un uomo di 45 anni appena rientrato da un viaggio in Giordania, all’Ospedale di Santa Maria di Firenze: manifesta febbre alta, problemi a respirare e tosse. I medici avvertono immediatamente il pericolo e lo ricoverano nel reparto Malattie Infettive di Careggi: ecco la Nuova Sars. Il giorno successivo, anche un collega e la nipotina di 18 mesi dell’uomo vengono ricoverati con i medesimi sintomi, innalzando lo stato di allerta di contagio.

“Sono una decina circa le persone risultate positive al test, ma completamente asintomatiche di cui abbiamo inviato i campioni all’Istituto Superiore di Sanità per conferma” spiega il Prof. Bartolini, responsabile del reparto malattie infettive dell’A.O. di Careggi. Il virus quindi si sta diffondendo ma in modo leggero e blando, contrariamente alle aspettative che lo prevedevano aggressivo e poco contagioso: i soggetti positivi al test infatti, sono a casa propria e non isolati perché non presentano sintomi specifici (febbre, tosse, problemi respiratori, tipo affanno o difficoltà a respirare). Si stanno facendo comunque continui test e prelevamento di campioni per studiare questo virus: che sia un nuovo virus o quello della Sars è mutato? Questo è il dubbio.

Nel frattempo la situazione si è stabilizzata e non si sono avuti nuovi casi dallo scorso sabato: «Non c’è un allarme generalizzato, siamo di fronte ad un focolaio molto ristretto di persone e la nostra sorveglianza continua» asserisce il direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza. La non corrispondenza tra i risultati del primo test effettuato a Firenze con esito positivo al virus sulle persone venute a contatto “ravvicinato” con i malati ed il secondo test realizzato a Roma che è risultato negativo, è dovuta al livello di approfondimento di analisi che l’Istituto Superiore di Sanità è in grado realizzare.

La positività dunque era bassa e non sufficientemente attendibile, ed il protocollo, non ritenendo valido questo risultato, impone di ripetere l’esame con tecniche differenti che comprendano anche sezioni diverse di genoma virale. Attualmente, le persone sotto controllo sono circa 50 (asintomatiche) e dopo il periodo di incubazione (10-12 giorni) saranno ufficialmente fuori pericolo.

Specifica il direttore Rezza: “Il virus non è stato ancora caratterizzato del tutto. Per caratterizzarlo bisogna isolarlo e studiarlo nel dettaglio però non ci sono motivi per credere che ci sia stata una variante o che ci siano mutazioni” del coronavirus responsabile della Nuova Sars, e di una sua particolare aggressività.

E’ da un anno, quando è comparso in Medio Oriente, che l’Oms monitora il nuovo coronavirus, MERS CoV, (Middle East respiratory syndrome coronavirus), un virus ‘parente” della Sars, Severe Acute Respiratory Syndrome o Sars (la forma atipica di polmonite che 10 anni uccise almeno 800 persone nel sud-est asiatico).

Ora il nuovo virus sembra più “lento” e le vittime sono state una ventina negli Emirati Arabi, un uomo in Francia per complicazioni e pochi altri europei, tornati da viaggi nella penisola araba. In Italia, la situazione è sotto controllo ma il Ministero della Salute ricorda che è bene e necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico di fiducia in caso di sintomi di un’influenza “fuori stagione” per controllarne l’evoluzione, soprattutto se il soggetto è anziano, infant o un paziente affetto da patologie croniche.

Il contagio sembra essere possibile quasi esclusivamente per contatti stretti e prolungati e vi è quindi una bassissima possibilità ma, per prevenzione, rispettare sempre le consuete misure igieniche raccomandate per l’influenza: frequente lavaggio delle mani e coprirsi la bocca con un fazzoletto quando si starnutisce.

Per i viaggi internazionali e le rotte commerciali, l’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda test né altre restrizioni ai viaggiatori all’ingresso nei Paesi membri della Regione Europea”.

Niente allarmismi quindi, come sottolinea Stefano Grifoni, direttore del pronto soccorso di Careggi: “Bisogna scacciare le paure prima di tutto perché il virus, a quello che gli infettivologi hanno potuto osservare sin qui, si manifesta con caratteristiche del tutto simili a quelle dell’influenza: le persone che si sono ammalate stanno tutte bene.

Sono ancora ricoverate in ospedale solo per verificare la scomparsa del virus e per scongiurare ogni ulteriore pericolo di trasmissione. […] Il sistema è talmente in preallerta che qualsiasi cosa dovesse verificarsi saremmo in grado di afforntarla: state sereni perché è tutto sotto controllo. […] Le persone che non hanno avuto alcun tipo di contatto con i contagiati o che non vengono dal Medio Oriente, non si devono precipitare al pronto soccorso”.

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Lo screeningviene fatto solo sui pazienti sintomatici. Chi non ha sintomi non si presenti spontaneamente solo per togliersi l’eventuale preoccupazione di essere stato contagiato se non ha avuto contatti con le persone infette”, perchè il rischio è anche quello che possa intasarsi il pronto soccorso solo per paura e panico generale.

Sono Napoletano, 35enne, laureato in Ingegneria Ambientale all'Università degli Studi di Salerno con una particolare attitudine per il risanamento ambientale e la depurazione delle acque reflue, il riciclo, il riutilizzo, la raccolta differenziata. Mi interesso di tutto ciò che ecologico e bio. soprattutto nell'ottica della sostenibilità ambientale.