Il peperoncino non è tutto benefici. Capiamo perché.

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Il peperoncino è una delle spezie più popolari al mondo, utilizzato da sempre per condire le pietanze che si portano a tavola, esso conferisce quel sapore piccante inconfondibile che abbinato a certi cibi sembra esaltarne la bontà e il gusto di chi l’assapora.

Questa spezia è molto amata specie a sud del mondo ed è celebre per essere considerato il re degli afrodisiaci, il che rimanda subito ad immagini e pensieri positivi. Esso è infatti un vasodilatatore, accelera la circolazione e  agli uomini stimola la prostata, dunque l’eiaculazione.

Ancora leggiamo che aiuta a dimagrire, a digerire, combatte svariate malattie ed è inoltre un valido frutto della natura che viene utilizzato sia in sede farmacologia che erboristica, prelevando i suoi principi attivi, utilizzati principalmente per realizzare antidolorifici e mucocinetici.

Dunque tante qualità dalla sua. Ma come tutte le cose, anche il peperoncino ha delle controindicazioni e soprattutto si dovrebbe capire che esso non è solo un toccasana, perché se le dosi di assunzione aumentano in frequenza e in quantità, il peperoncino può rivelarsi un nemico per la nostra salute. Ed è su questo aspetto che vogliamo soffermarci, dato che vi è la tendenza ad esaltarne più che altro le qualità dimenticandosi, specie nell’immaginario collettivo, che esso va usato con precisi limiti per non incorrere in controeffetti anche rilevanti.

1)      il peperoncino è irritante delle mucose interne. Certo noi siamo abituati a pensarla come una cosa normale e passeggera ma se ne mangiamo troppo non diventa più una semplice irritazione ma vera e propria infiammazione. Di solito il bruciore intenso che si avverte è una sorta di campanello naturale di allarme dell’organismo circa la pericolosità di un elemento ingerito. In natura ad esempio, molti funghi velenosi sono piccanti al gusto. Diversi studi clinici sembrano confermare che il consumo abituale di cibi piccanti siano una causa non priva di rilievo nell’insorgenza di cancro allo stomaco, al fegato e alla bocca. Degli animali trattati in laboratorio con capsaicina hanno mostrato tumori duodenali.

2)      Circa la sua attività afrodisiaca bisogna dire che un uso eccessivo di peperoncino passa da una leggera stimolazione della prostata degli uomini a vera e propria infiammazione della stessa e possibile conseguente necrosi, dunque tumore alla prostata su uomini adulti.

3)      Rischio di aggravare o far insorgere ulcere, gastriti, lesionare fegato e reni. Per quanto riguarda i danni allo stomaco, come tutte le spezie e a maggior ragione il peperoncino che è piccante, queste sono in grado di irritare a tal punto la mucosa gastrica fino a produrre lesioni importanti della stessa. Anche il fegato potrebbe essere sovraccaricato e sviluppare patologie a seguito di uno uso smodato nel corso di molti anni.

4)      Esso può provocare inoltre infiammazioni delle vie urinarie e dell’ultimo tratto intestinale fino a dare un classico sintomo che è quello del bruciore anale chiamato in gergo medico “ialoproctite”.

Da quanto detto si evince che la natura non è sempre “buona” perché ogni cosa può essere di grande aiuto come diventare velenosa per l’organismo. Ciò che fa la differenza tra questi due effetti sono le quantità e i tempi.

No al suo abuso: classico è il caso di chi almeno una volta al giorno se non pure di più, lo mette su pasta, secondi, zuppe, per condire sughetti e quant’altro. Il peperoncino va usato in minime quantità anche perché rischiate di coprire solo i sapori di quello che state mangiando e soprattutto va mangiato non più di due volte la settimana. Se ci si attiene a quanto detto, possono di sicuro valere tutte le buone notizie sul suo conto ma se non rispettate questi standard attenzione perché i danni possono essere notevoli e soprattutto i fantomatici benefici circa le prestazioni sessuali etc. si tramutano in problemi a carico proprio degli organi sessuali, organi deputati alla digestione e allo smaltimento, compresi i reni che ne risultano affaticati.

Bisogna stare attenti anche perché mangiandone oltre misura, poco alla volta è come se la bocca (e solo quella) si anestetizzasse al piccante ma ciò non vuol dire tollerarlo meglio a livello organico. Si tende quindi a metterne sempre di più, aumentando i controeffetti.

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Mangiandolo moderatamente si può invece mantenere intatto il piacere del piccante, sentendo e assaporando tutto il sapore della pietanza sottostante senza abituarsi al gusto piccante o divenendone dipendenti ed avendo un’azione effettivamente salutare.

Allora sì che il peperoncino sarà un toccasana.