INCI: come leggere l’etichetta dei cosmetici?

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inci etichetta cosmetici

Quando compriamo un cosmetico, raramente leggiamo gli ingredienti. Non tanto perché non ci interessa, ma perché è incomprensibile, salvo essere un ottimo chimico.

Diciamo subito che più l’elenco degli ingredienti è breve, più è indice di un prodotto naturale. L’etichetta di un cosmetico (crema, shampoo, ombretto etc..) si chiama INCI e purtroppo è sempre scritta con caratteri un poco meno che minuscoli.

L’INCI indica in modo decrescente di peso (cioè dalla quantità maggiore a quella minore) cosa contiene il cosmetico e solitamente al primo posto dell’elenco c’è acqua. Solo gli ingredienti al di sotto dell’1% per legge possono non essere indicati sull’etichetta. In generale, i primi cinque componenti di un prodotto cosmetico rappresentano il 50 – 80% del totale della formula del prodotto.

L’etichetta sarebbe obbligatoria in tutti i cosmetici o sull’imballaggio dal 1 gennaio 1997, ma purtroppo, non sempre è cosi, dato che i cosmetici vengono importati in Italia da ogni parte del mondo.

Per capirci qualcosa leggendo un INCI, non serve che consultiamo il libro di chimica (o meglio google) per ogni ingrediente, ma almeno è giusto che riconosciamo alcuni nomi che si ripetono spesso perché contenuti in tanti cosmetici quotidiani.

Gli ingredienti (ingredients) sono scritti con un linguaggio ufficiale internazione e sono scritti in latino o in inglese. I nomi sono riferiti o ai componenti botanici o a ingredienti presenti nella farmacopea.

Questo fa sì che il prodotto sia identificabile ovunque e non solo in Europa ma anche in Usa, Russia, Croazia, Australia etc..

Nel caso in cui siano presenti dei coloranti, si utilizzano le numerazioni secondo un registro di riferimento per le sostanze coloranti conosciuto come il Colour Index International, facilmente riconoscibili da una serie di cinque cifre precedute dalla sigla CI (CI xxxxx).

Cosa non dovrebbe contenere il nostro cosmetico

La maggior parte delle creme in commercio contiene Petrolatum, Vaselina, Mineral Oil, Paraffinum liquidum, tutti ingredienti ottenuti dalla raffinazione del petrolio.

La paraffina è sempre meglio che nei nostri cosmetici non sia presente, perché occlude i pori ostacolando la naturale traspirazione della pelle, provocando: irritazioni, dermatiti, acne, comedoni (punti neri) e pelle lucida.

Da scartare anche i cosmetici che contengono Sodium Lauryl Sulphate (SLS), che è un tensioattivo schiumogeno di origine naturale ma molto aggressivo (per intenderci generalmente si trova nei detergenti per auto, per pavimenti etc..).

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Ma è spesso utilizzato nei prodotti cosmetici perché sgrassa energicamente, ma in realtà è troppo forte per la nostra pelle. Dopo aver utilizzato un cosmetico che lo contiene,  la pelle “tira” perché il mantello idro-acido-lipidico si è alterato (pH 7-8) e l’organismo poi impiega da 4 a 12 ore per ripristinare il suo equilibrio. Oggi molte case produttrici hanno sostituito il Sodium Lauryl Sulphate (SLS) con il Sodium Laureth Sulphate o Sodium Lauryl Ether Sulfate (SLES), anch’esso è un tensioattivo ma ancora peggiore, visto che deriva dal petrolio e non è biodegradabile.

Anche gli ingredienti che finiscono per “one” sarebbe meglio che fossero assenti dal cosmetico, perché sono siliconi, anche questi troppo occlusivi, e quando ti sfreghi la pelle diventa a squamette tipo pelle di serpente.

Le informazioni fondamentiali

Oltre agli ingredienti, gli altri dati che devono sempre essere presenti sull’etichetta sono:

  • il nome o la ragione sociale e la sede legale del produttore o del responsabile dell’immissione sul mercato del prodotto cosmetico
  • il contenuto nominale (obbligatoriamente in italiano)
  • la data di durata minima, se inferiore a trenta mesi, o la validità post apertura se la data di scadenza del prodotto integro è superiore ai trenta mesi, (obbligatoriamente in italiano). Per i prodotti con durata minima superiore a trenta mesi deve essere riportata un’indicazione relativa al periodo di tempo in cui il prodotto, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore, preceduta dal simbolo rappresentante un barattolo di crema aperto (il PAO)
  • le precauzioni d’impiego (obbligatoriamente in italiano) sul contenitore, sull’imballaggio o deve essere allegato un foglio d’istruzioni. A tali indicazioni il consumatore deve essere rinviato mediante un’indicazione abbreviata o mediante il simbolo di rinvio
  • il lotto di fabbricazione
  • il Paese d’origine per i prodotti fabbricati in paesi extra UE
  • la funzione del prodotto (obbligatoriamente in italiano).
Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.