Al riguardo sono diverse le teorie che circolano su come affrontare le prime punturine e visite mediche dei nostri bebè, evitando pianti e urla che stressano il bambino, agitandolo, ma anche i grandi che si sentono in difficoltà. Per il neonato l’iniezione è qualcosa di estremamente doloroso anche perché la pelle è molto sensibile e sottile e non vi è familiarità con le sensazioni di dolore che perciò provoca, nella maggior parte dei bambini un pianto acuto.
Possiamo sintetizzare così gli orientamenti:
Secondo uno studio condotto in Giordania dai ricercatori dell’University of science and technology di Irbid, somministrare ai neonati fino ai 18 mesi un po’ di acqua e zucchero prima della puntura sarebbe di grande aiuto nell’evitare o limitare il pianto dei piccoli e soprattutto nel limitare la sensazione di dolore, grazie allo zucchero che aiuterebbe l’organismo a rilasciare sostanze antidolorifiche e il gusto dolce a indurre sensazioni di benessere e calma nel piccolo.
Sono stati sottoposti alla ricerca , analizzandone le reazioni, ben 1500 casi che confermerebbero positivamente la pratica di dare acqua e zucchero al bambino prima della puntura o anche qualcosa di dolce come una caramellina se più grande d’età. D’altronde questo tipo di approccio non è nuovo; tradizionalmente le nonne consigliano per calmare irrequietezze, pianti e nervosismi del bambino di fornirgli qualcosa di dolce ad esempio mettendo del miele sul ciucciotto.
Sebbene quindi ci siano anche dei riscontri culturali piuttosto risalenti alla base di questa pratica, ad oggi non è comunque pienamente dimostrata l’azione antidolorifica dello zucchero ma piuttosto la sua funzione di distrarre temporaneamente il bambino, non anche di diminuire la percezione del dolore.
E’ stato infatti condotto un ulteriore studio che sembra contraddire in pieno i risultati del precedente orientamento. La ricercatrice Rebecca Slater ha esaminato 59 neonati sottoposti a puntura al tallone. L’esperimento è consistito nel somministrare ad un primo gruppo di bambini, dopo l’iniezione, un biberon con acqua e zucchero, dando invece al secondo gruppo solo dell’acqua.
Per indagare approfonditamente le reazioni celebrali dei bambini alla puntura, soprattutto per l’attivazione di aree del cervello collegate al dolore, ha effettuato una scansione celebrale e i dati pare le abbiano dato ragione nell’assunto di partenza: Il dolore avvertito dai piccoli è stato della stessa intensità, senza differenze celebrali ma con la differenza che il gruppo a cui è stato dato lo zucchero si è mostrato più rilassato, niente di più. Pertanto secondo Slater è da escludere la capacità dello zucchero di essere un valido antidolorifico.
In realtà non esiste al momento qualcosa che eviti ai nostri bambini di sentire dolore a meno che si somministrino farmaci antidolorifici comunque sconsigliati.
Ma un metodo su tutti sembra essere il migliore.
Si tratta della sequenza sviluppata intorno agli anni ’50 da Harvey Karp, professore di pediatria presso la Usc school of medicine e autore del libro pubblicato anche in Italia “Il bambino felice”. Egli sostiene che sicuramente il metodo più efficace per calmare il neonato sia quello di allattarlo al seno; se però la mamma non allatta ci sono 5 mosse o trucchi da fare, da lui studiati e dimostrati recentemente da ricerche compiute dall’Hospital of the King Daughter’s of Norfolk, in Virginia.
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E’ anche conosciuto in inglese come il metodo delle cinque “S”.
– Avvolgere il bambino in una coperta
– Tenerlo in braccio su un fianco o sulla pancia
– Dire dolcemente “shhh” durante l’iniezione
– Cullarlo
– Dargli il cuicciotto
Questa modalità funziona molto meglio dello zucchero in quanto in grado di imitare “la sinfonia di sensazioni, rumori e movimenti nel pancione”. Così si è potuto constatare che i bambini hanno sofferto molto meno e pianto molto meno rispetto a quelli cui non si è applicato il suddetto metodo. Ha dichiarato il coordinatore dello studio John Harrington: “ A essere onesti non pensavo che queste operazioni funzionassero, per questo ho deciso di fare lo studio… ma durante il test abbiamo visto calmarsi bambini che prima urlavano e piangevano, e gli stessi genitori sono rimasti impressionati”.