Un dolore nella notte, che ci sveglia e ci impedisce di proseguire il nostro normale riposo; quante volte ci è capitato? Si tratta di crampi ai polpacci, molto fastidiosi, che colpiscono soprattutto durante le ore notturne. Come ogni crampo, anche quello al polpaccio è una contrazione involontaria del muscolo. Se succede raramente, non c’è di che preoccuparsi; ma se il crampo si ripete ogni notte, o peggio più volte a notte, vuol dire che è arrivato il momento di contattare il medico.
Ma quali sono le cause di questa fastidiosa contrazione muscolare? Bisogna innanzi tutto distinguere i soggetti giovani da quelli anziani, quelli “sportivi” da quelli “sedentari”. Tra gli sportivi, non è inusuale soffrire di crampi ai polpacci, soprattutto se si è fuori allenamento; gli sport più a rischio sono la maratona, il calcio e il tennis, dove l’uso dei muscoli della gamba è notevole.
Tra i soggetti giovani che non praticano uno sport in particolare, i crampi possono evidenziare una mancanza di magnesio e/o di calcio, di potassio, di liquidi e sali minerali. Ecco perché ciò avviene soprattutto in estate, quando con il caldo si perdono liquidi.
Tra i soggetti anziani, invece, spesso questi crampi sono il campanello d’allarme per una malattia cardiovascolare, oppure potrebbero anche essere i sintomi del diabete. Se si hanno patologie pregresse, è bene contattare il medico e non iniziare terapie “fatte in casa”.
Ma cosa fare nell’immediato per risolvere questo problema? Non appena il crampo ci sveglia, stendiamo la gamba tirando in fuori il tallone; quando il dolore è cessato, è bene alzarsi in piedi e mantenere la gamba in posizione verticale, massaggiandola delicatamente. In seguito, per impedire il ritorno del crampo, bisogna assumere elettroliti, bere bevande idratanti, mangiare frutta e verdura – soprattutto in estate. Nel caso degli atleti, è necessario fare dei massaggi da esperti fisioterapisti, ed effettuare un buono stretching dopo ogni attività fisica. Se il problema persiste, però, la cosa più saggia da fare è quella di contattare il proprio medico di famiglia, per indagare più a fondo su tale problema.