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L’endometriosi, il mal di vivere delle donne

Alessia
endometriosi

Tipica patologia che colpisce le donne in età fertile, l’ endometriosi è la crescita anomala di tessuto endometriale in zone “diverse”. L’endometrio è il tessuto che riveste l’utero e si sfalda mensilmente ad ogni ciclo mestruale; con l’endometriosi, tale tessuto cresce in altre zone del corpo (fuori dall’utero) in qualità di noduli, lesioni, tumori, escrescenze.

Le zone più colpite sono le ovaie, le tube di Falloppio, i legamenti dell’utero, la sede tra la vagina ed il retto, la superficie esterna dell’utero ed il rivestimento della cavità peritoneale; possono verificarsi anche sui genitali esterni e, in casi assai rari, all’esterno dell’addome, nel polmone, nella coscia, sul braccio etc.

Generalmente, la crescita di questo tessuto non ha natura cancerogena o maligna; il problema è che, a differenza di quelle che si sviluppano nell’utero e vengono espulse con il ciclo mestruale, sottostando al “potere” degli ormoni, queste formazioni anomale (di eguale natura ormonale) non hanno via d’uscita e causano sanguinamenti interni.

Ciò è causa di una degenerazione del sangue e del tessuto che si distrugge, di infiammazioni alle aree circostanti e della formazione di tessuto cicatriziale; in relazione a dove si posiziona la crescita, possono anche verificarsi rottura delle lesioni e conseguente diffusione ad altre aree, formazione di aderenze, ostruzione intestinale, disturbi vescicali, etc, che si intensificano con il tempo.

Sintomi e cause dell’endometriosi

I sintomi che si avvertono quindi, sono dolori molto forti ed intensi (non legati alla diffusione e alla dimensione della crescita anomala) prima e durante il ciclo mestruale e durante e dopo i rapporti sessuali, sanguinamento irregolare-intenso e sterilità. Inoltre, si avvertono anche dolori alla zona rettale, alla regione lombare, all’ovulazione, e stanchezza, diarrea e stitichezza (in taluni casi però, le pazienti non sentono alcun dolore o fastidio).

L’attenzione posta su questa patologia è socialmente elevata perché la diagnosi certa, solitamente, giunge dopo molto tempo (oltre i 9 anni) e si caratterizza come essere una malattia con forte incidenza sulla qualità della vita: disturbi del sonno, ripercussioni in ambito lavorativo e sociale, peggioramento o annullamento dei rapporti sessuali (quindi problemi di coppia), frustrazione, rabbia, depressione, nervosismo, insoddisfazione, ansia etc.

La causa di questa patologia è ancora un mistero, vi sono però diverse teorie in merito:

  • mestruazione retrograda (teoria metastatica): durante la mestruazione, parte del tessuto va nel senso inverso della tube e s’impianta. Solo nelle donne predisposte per difetto immunitario e/o ormonale, tale migrazione diviene endometriosi con radicamento, crescita e riproduzione
  • teoria metaplastica: parti del tessuto embrionale si trasformano in tessuto riproduttivo
  • il sistema linfatico o sanguigno distribuirebbe il tessuto dall’utero alle altri parti del corpo
  • predisposizione genetica.

Diagnosi e terapia endometriosi

Per diagnosticare l’endometriosi, è necessario sottoporsi a laparoscopia, in anestesia generale, per verificare la presenza di lesioni endometriosiche, la diffusione, l’estensione, e constatare le condizioni degli organi interni.

Una terapia definitiva non esiste ancora: solitamente si utilizzano antidolorifici e si cerca di alleviare i sintomi, favorire la fertilità ed eliminare l’endometriosi, ma sia la terapia medica sia quella chirurgica possono esser seguite da recidive (soprattutto la prima, alla sospensione del trattamento, comporta il ritorno del dolore e la paziente deve rinunciare ad avere una gravidanza).

La terapia ormonale blocca l’ovulazione e perciò conduce ad una remissione dell’endometriosi durante la terapia (e anche per mesi post) ma, alcune donne ne riscontrano poi effetti collaterali negativi e seri. Anche la gravidanza è un’ottima terapia per combattere l’endometriosi ma, ovviamente, non si può obbligare una donna ad avere un figlio per sconfiggere la patologia.

A livello chirurgico, è ormai diffusa la laparoscopia operativa (che va sostituendo la laparotomia), ossia un intervento che comporta un’incisione di circa 10 cm ed è finalizzata ad eseguire un’escissione completa delle lesioni visibili (spesso è congiunta alla terapia medica); l’isterectomia e l’eliminazione delle lesioni endometriosiche e delle ovaie (dette chirurgia radicale demolitiva) divengono necessarie se l’endometriosi risulta complicata, grave o persistente (lunga).

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Con la menopausa, l’endometriosi dovrebbe scomparire ma talvolta si riattiva per la terapia estrogenica sostitutiva o per una produzione continua di ormoni.

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