Il cibo caduto a terra si può mangiare? La regola dei 5 secondi

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A chi non è mai capitato di far cadere del cibo a terra? Le cause sono diverse, ad esempio disattenzione, scontri accidentali o se si è maldestri, ma la domanda che ci si pone è sempre la stessa: “Il cibo caduto a terra si può mangiare”? In molti rispondono senza esitazioni che va buttato ma a questi rispondono i sostenitori della cosiddetta regola dei 5 secondi.

Secondo tale regola se il cibo si raccoglie entro cinque secondi dalla caduta si evita il rischio di contaminazioni da parte di germi e sporco: in realtà questa indicazione generale va indagata più a fondo, perchè c’è sporco e sporco, ed è proprio quello che ha fatto i ricercatori di diverse università: dell’ Illinois, alla Clemson University o alla Aston University nel Regno Unito.

Gli studi sono stati effettuati utilizzando diversi batteri come quelli della salmonella e dell’escherichia coli e nel corso degli anni hanno portato a risultati diversi, infatti i primi studi con la salmonella hanno verificato che la contaminazione è quasi immediata, ben al di sotto dei fatidici cinque secondi tanto da spingere i ricercatori a voler ribattezzare la regola di  “zero secondi”; lo studio successivo si è invece concentrato su due aspetti, tempo e materiali, per studiare le modalità di contaminazione dei cibi, considerando quindi non solo i tempi di permanenza del cibo a terra (o su una superficie) ma anche una variabile importante come i diversi materiali con cui il cibo entra in contatto.

I ricercatori hanno infettato con l’escherichia coli superfici diverse in terracotta, legno e moquette e vi hanno posizionato sopra alimenti diversi, sia secchi che umidi come pane, biscotti, salumi  lasciandoli per 5, 30 e 60 secondi per poi passare alla misurazione della contaminazione del cibo da parte di germi, batteri e sporco; le misurazioni sono state ripetute anche dopo aver lasciato i batteri sulle diverse superfici per due, quattro, otto e ventiquattro ore.

Andando a confrontare tutti i dati i ricercatori hanno verificato che la contaminazione è avvenuta in un lasso di tempo (seppur breve) che va dai 3 ai 30 secondi  ma una variabili importante è quella del materiale della superficie su cui cade il cibo, ad esempio i tessuti sembrano essere “più sicuri” rispetto a legno o piastrelle perchè a parità delle altre condizioni (tempo di inoculazione dei batteri sulla superficie e di permanenza del cibo sulla stessa) meno dell’1% dei batteri presenti su un tappeto hanno contaminato il cibo rispetto al 48% -70% dei batteri che si sono trasferiti da legno e piastrelle agli alimenti.

Nonostante questi risultati i ricercatori sono ancora prudenti nel considerare confermata la regola dei cinque secondi, essendoci ancora molte variabili da considerare come le differenze tra i batteri e la sensibilità personale che, combinati, possono creare rischi da non sottovalutare per la salute.

Se quindi mangiare qualcosa caduto a terra non rientra nell’etichetta dei comportamenti sociali accettati anche se poi molte persone decidono di farlo se non sono viste, considerando “ad occhio” la pulizia del pavimento o “salvando il salvabile”, quindi scegliendo di eliminare solo la parte che è entrata a contatto con il pavimento, è altrettanto vero che le fonti di contaminazione degli alimenti possono essere diverse, a partire dalle mani.