Il primo soccorso quando si è morsi da una vipera

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morso vipera

morso viperaVacanza che vai, pericolo che trovi! Se al mare c’è il rischio di essere toccati dalle meduse, anche se scegliamo la montagna possiamo incorrere in un altro spiacevole pericolo: il morso delle vipere. Conosciamo e impariamo a riconoscere questo animale.

In Italia, ne esistono 4 specie e tutte attaccano per difendersi nel caso in cui si sentano minacciate o vengano toccate o disturbate. Per distinguerle dai serpenti, bisogna notare alcune sue caratteristiche: la pupilla verticale e non rotonda, la costituzione breve e tozza, la forma della testa triangolare (e non appiattita e affusolata), i segni (ahimè) lasciati dal suo morso: 2 fori distanti fra loro circa 1 cm, dei denti veleniferi ed, eventualmente, degli ulteriori fori più piccoli e meno profondi degli altri denti mascellari posteriori (disposti in fila).

Morsicando, la vipera inietta del veleno nel malcapitato; generalmente, la dose non è letale ma ciò dipende molto da quanto le ghiandole velenifere della vipera fossero piene e quanto veleno è stato quindi iniettato, dalla costituzione della persona (un bambino è più a rischio rispetto ad un adulto in quanto il rapporto fra la massa corporea ed il veleno assunto, a parità di quantità di veleno, è minore) e da quanto e come i denti della vipera siano penetrati. I più pericolosi comunque, sono i morsi al collo, al torace e alla testa; molto meno quelli a gambe e braccia. (Rispetto ai serpenti velenosi, il dolore del morso di vipera è prolungato e locale)

Il morso della vipera lo si avverte immediatamente in quanto è molto doloroso, diventa blu con un alone rosso e genera cianosi, gonfiore (togliere dunque subito, anelli, bracciali e quant’altro) e crampi anche forti, dopo 10 minuti: fuoriesce inoltre, sangue e siero dai 2 fori. Dopo circa 30 minuti, compaiono vertigini, mal di testa, tachicardia, calo di pressione, diarrea, vomito, shock e, nei casi gravi, si giunge anche al decesso.
Se la vittima ha difficoltà a mantenere le palpebre aperte, significa che è stato intaccato il sistema nervoso e la situazione è grave: state attenti a questo segnale d’allarme!

Come fare in caso di morso di vipera?

Non agitarsi! E’ indispensabile rallentare la circolazione sanguigna il più possibile ed evitare qualsiasi movimento: sdraiatevi dunque e non sollevate la parte colpita.

Non succhiate o incidete la ferita: sono cattive dicerie e leggende errate che peggiorano la situazione! Con la prima soluzione, il soccorritore rischia di contrarre il veleno tramite una qualsiasi screpolatura, taglio o carie che ha (anche se sputa il veleno); con la seconda invece, si aumenta il contatto fra il veleno e il sangue ed i sistemi linfatici. In commercio, vi sono delle coppette ispiratrici apposite, che si possono portare con sé nello zaino; in assenza di queste, potete lavare la ferita con acqua o acqua ossigenata e poi bendarla con un indumento pulito o una garza sterile.

Utile è anche spremere la ferita per far fuoriuscire, per quanto possibile, il veleno iniettato (attenzione poi a non mettere le mani in bocca, senza averle ben prima disinfettate!) e chiamare comunque e immediatamente i soccorsi o raggiungere un ospedale.

Laccio emostatico (o cintura) e fasciature strette sopra la ferita

Dato che il veleno si diffonde molto velocemente attraverso il sistema linfatico, la soluzione del porre un laccio emostatico è efficace, ma solo se non è molto stretto: si blocca la circolazione linfatica e venosa ma non quella arteriosa. Porre il laccio/cintura o ciò che avete a disposizione, 5 cm circa sopra la ferita, stringete ma non molto: assicuratevi che il battito del cuore si senta sempre anche a valle del laccio. Ancor migliore è una fasciatura molto stretta dal monte della ferita fino alla fine dell’arto, se si è morsi a braccia o gambe ad esempio. Steccare dunque l’arto, ridurre i movimenti e cercare di mantenerlo sempre più basso rispetto al cuore. La benda deve essere alta 7 cm e lunga almeno 8 mt; se la fasciatura non viene bene, non toglietela, aumentate soltanto la compressione.
Se si è stati morsi al collo, alla testa o al tronco e non si può applicare una fasciatura, mettere un cerotto adesivo elastico che comprima la zona limitrofa del morso e ritardi così la diffusione del veleno.

Tutto ciò che abbiamo appena descritto, è necessario per ritardare i sintomi da 1 a 6 ore e avere così il tempo utile per arrivare al pronto soccorso più vicino (se la vipera è stata uccisa, portatela con voi in ospedale per farla identificare: anche le cure per il suo veleno, saranno più facili).

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Siero antivipera

Esiste un siero antivipera che si può iniettare dopo il morso: questa soluzione però è sconsigliabile in quanto è necessaria la presenza di un medico; esiste il rischio di allergie o shock anafilattico (bisognerebbe dunque prima sottoporsi ad un test di prova); il siero deve essere conservato in frigorifero e si deteriora se trasportato per varie ore ad una temperatura maggiore a 2-6° C. Quindi, sempre meglio andare all’ospedale più vicino per farsi curare: in Italia vi sono più morti a causa del siero antivipera iniettato autonomamente che per il veleno della vipera (infatti non viene più venduto in molti casi e lo possiedono solo gli ospedali).

Precauzioni da adottare per prevenire i morsi di vipera

Se non si può fare molto per “combattere” le vipere, si possono però adottare delle precauzioni utili per ridurre quanto possibile l’eventualità di essere morsi.

  • Durante le passeggiate ed escursioni, utilizzate calzettoni, pantaloni lunghi e scarponcini o stivali alti che proteggano piedi e gambe;
  • fate attenzione a dove camminate, vi sedete e vi sdraiate;
  • controllate anche bene i vestiti che, appoggiati a terra, andrete poi a re-indossare: le vipere possono avervi trovato rifugio nel frattempo, come dietro ai sassi.
  • Evitate quindi, anche le zone pietrose esposte al sole e con alta sterpaglia e fate sempre rumore con dei bastoni: se l’avvistate, non fate nulla, sarà lei impaurita a scappare per prima!

Altre regole utili su ciò che NON dovete fare:

  • Non disinfettate la ferita con alcool: il veleno forma dei componenti tossici
  • Non prendete antidolorifici o antinfiammatori: possono avere effetti coagulanti
  • Non assumete alcolici