Non ci sono dubbi sul fatto che bere una buona quantità di acqua per rimanere idratati è importante per diverse ragioni. Alcune di queste sono: prevenire l’affaticamento, regolare la pressione sanguigna, stimolare le attività del metabolismo e controllare il senso di sazietà e, in generale, garantire le funzioni vitali.
È possibile, però, bere dosi di acqua tali da risultare dannose? La risposta è sì. L’intossicazione da acqua è considerata una condizione molto seria che ha bisogno di essere diagnosticata e trattata in modo repentino per evitare la comparsa di gravi complicazioni.
Essa è conosciuta con diverse denominazioni, quali: iponatremia, iperidratazione o accumulo eccessivo di liquidi. Tutte però si riferiscono al tipico squilibrio di elettroliti che si verifica quando l’acqua che si beve è decisamente troppa per il corretto funzionamento del nostro sistema vitale.
Esistono diversi fattori in grado di causare un’intossicazione da acqua, ma è anche possibile prevenirla con semplici mosse. Spesso interessa le persone già affette da altre patologie a causa delle quali hanno subito cure mediche oppure coloro con disturbi mentali, ma può colpire anche i soggetti senza una particolare storia clinica alle spalle.
Capiamo meglio cos’è questo disturbo e quali sono le informazioni necessarie da conoscere per scongiurare la sua comparsa.
Cos’è l’intossicazione da acqua?
L’intossicazione da acqua è un abbassamento della concentrazione di sodio nel sangue (iponatremia) che avviene in seguito al consumo di un’elevata quantità di liquido senza un adeguato ricambio del sodio precedentemente diminuito. L’iponatremia è, in ambito medico, il contrario dell’ipernatremia, cioè il processo di disidratazione del corpo.
Principali cause del’intossicazione da acqua
Questo tipo di disturbo è stato riscontrato in presenza di diverse situazioni cliniche:
- Bisogno compulsivo di bere continuamente. Si verifica soprattutto in presenza di malattie mentali o gravi handicap
- Grande assunzione d’acqua in combinazione con un aumento della vasopressina, un ormone antidiuretico
- Incidenti legati al calore. I soggetti che subiscono lesioni del genere tendono a bere grosse quantità di acqua per prevenire la possibile disidratazione. Questa mossa può rivelarsi controproducente se le dosi raggiungono livelli molto elevati e l’azione viene protratta per lungo tempo
- Disfunzione dei reni, diabete o gastroenterite. In situazioni del genere, l’intossicazione da acqua è tipicamente trattata con lavande gastriche
- Interventi chirurgici, in particolare alcune complicazioni derivanti dall’utilizzo di classiche tecniche operative
- L’assunzione di certe sostanze stupefacenti. Esse infatti mettono a rischio l’equilibrio di elettroliti nel corpo. Aumentano inoltre la sete e causano una maggiore perdita di sodio attraverso l’urina
Sintomi del’intossicazione da acqua
I principali sintomi dell’intossicazione da acqua includono:
- Mal di testa, confusione e perdita del senso dell’orientamento
- Nausea e vomito
- Sintomi psicotici, quali delirio, comportamenti inappropriati e allucinazioni
- Debolezza muscolare, crampi, spasmi e affaticamento cronico
- Difficoltà nella respirazione
- Battito cardiaco irregolare
Alcuni di questi sintomi possono facilmente venir confusi con quelli di una seria infezione virale. Per questo motivo, al suo primo stadio, l’intossicazione da acqua non è facile da diagnosticare con certezza. Questo disturbo può colpire anche neonati e bambini. I sintomi dell’intossicazione da acqua negli infanti includono anche pianto continuo e convulsioni.
Rimanere idratati senza il rischio di un’intossicazione da acqua
Qual è, quindi, la quantità giusta di acqua da bere per mantenere in salute il nostro organismo senza il rischio di iponatremia? Per prevenire un’intossicazione da acqua è importante limitare la sua assunzione a non più di 1 litro e mezzo in un’ora, anche durante o dopo un’attività fisica.
Quando sentite di non riuscire più a ingerire altra acqua all’interno del corpo, non sforzatevi di bere ad ogni costo. Cercate di bilanciare la quantità di liquidi assunti con quelli persi: è bene bere acqua in proporzione al sodio che si sta consumando e alle sostanze che vengono espulse attraverso sudore e urina.
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Un altro accorgimento per evitare l’intossicazione d’acqua è quello di seguire una dieta bilanciata che comprenda cibi ricchi di acqua, ma anche alimenti contenenti sodio. Ricordate poi di tenere sempre sotto osservazione eventuali disfunzioni legate a reni, diabete e infiammazioni intestinali.
L’acqua non è l’unico liquido in grado di causare uno squilibrio degli elettroliti. Anche tè, bevande energetiche, e succhi di frutta possono contribuire alla diminuzione del livello di sodio e provocare un’intossicazione da acqua.
Non esiste una quantità di acqua da bere che sia standard per tutti. Ogni persona ha differenti esigenze che determinano la dosi ottimali di liquidi da ingerire. Tuttavia, in linea di massima, si consiglia di bere dai 6 ai 7 bicchieri di acqua al giorno, che possono però diminuire nel caso si mangino moltissimi alimenti particolarmente ricchi di liquidi, come insalate, frutta o centrifugati.