Addio contraccettivo femminile: arriva il pillolo maschile

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Oggi sarebbe giusto ripartire le responsabilità di un’eventuale gravidanza indesiderata non solo sulle spalle di lei, ma anche su quelle di lui. Presto potrebbe entrare in commercio il pillolo, un contraccettivo maschile simile alla pillola anticoncezionale per la donna.

La pillola è composta da due ormoni: un progestinico ed un estrogeno, il pillolo da un progestinico e dal testosterone.

Oggi siamo a buon punto della “fase sperimentazione” (che è in corso da 7 anni) e sarà sul mercato nel 2018.

L’efficacia anticoncezionale del pillolo inizia dopo che sono trascorse circa 12 settimane dall’inizio della somministrazione (3 mesi). Quindi il blocco della produzione degli spermatozoi non avviene istantaneamente, per cui questo contraccettivo non può avere un utilizzo occasionale, inoltre il pillolo non offre alcuna protezione dalle malattie sessualmente trasmesse. Per i rapporti occasionali o a rischio l’uso del preservativo rimane quindi assolutamente indispensabile.

Il composto è denominato JQ1 e la sua azione consiste nel penetrare nel tessuto sanguigno del testicolo, andando a interrompere la spermatogenesi, ossia il processo mediante il quale si sviluppano gli spermatozoi maturi, che potrebbero, appunto, fecondare la donna. Durante l’eiaculazione ci sarà comunque l’emissione di “liquido seminale”, ma questo non presenterà spermatozoi attivi.

Il procedimento è reversibile: la produzione degli spermatozoi riprende appena viene interrotta la terapia con JQ1.

Gli aspetti positivi sono che non si riscontrano problemi di salute sulla prole concepita dopo l’interruzione della terapia e nessun calo del desiderio sessuale.

Finora è stato molto difficile trovare una soluzione farmacologica alla fertilità maschile dato il più alto livello di sfida rispetto alla controparte femminile: mentre la donna produce un solo ovulo al mese, l’uomo produce ogni giorno milioni di spermatozoi.

Le perplessità di alcuni specialisti attualmente non sono dal punto di vista medico, ma da quello psicologico: dato che l’erezione è un meccanismo molto delicato, forse, la presa coscienza di non produrre spermatozoi potrebbe anche influenzare dal punto di vista fisico il “paziente”.

Vedremo quindi come procederà la sperimentazione. Al momento tutti i volontari della sperimentazione sono rimasti pienamente soddisfatti.

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Se foste interessati a partecipare alla sperimentazione è necessario sottoporsi a un colloquio informativo presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica, Università degli Studi di Bologna, Via Massarenti 13 (Bo). Prenotarsi chiamando dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.00 allo 051-6363716 (la responsabile è la Dott.ssa Maria Cristina Meriggiola).

Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.