Non appena arriva l’estate pantaloncini, prendisole, e spalle scoperte fanno il loro ingresso trionfale nel guardaroba, ma chi ama indossarli con la pelle ancora biancastra o addirittura ingiallita dai freddi invernali?
Ma come conciliare la gravidanza con la tintarella? I dubbi che ci assalgono sono tantissimi, proviamo, perciò, a fare un po’ di chiarezza.
Indipendentemente dal fatto che si è incinta o meno, l’esposizione al sole mette a rischio di invecchiamento precoce e di melanoma maligno (cancro della pelle).
Lampade abbronzanti
Non ci sono studi che forniscono la prova definitiva che lettini abbronzanti possano direttamente danneggiare il bambino. Tuttavia la maggior parte dei ginecologi sono contrati a qualsiasi attività che possa alzare la temperatura corporea, come saune o lettini abbronzanti. Il surriscaldamento è associata a malformazioni della colonna vertebrale del bambino.
Alcuni studi hanno, infatti, collegato i raggi UV alla carenza di acido folico. L’acido folico previene i difetti del tubo neurale come la spina bifida, ed è particolarmente importante nel primo trimestre.
Durante la gravidanza, poi, la pelle è più suscettibile a bruciore e cloasma, le macchie scure che appaiono sul viso durante i nove mesi e che con un’esposizione diretta ai raggi artificiali vengono accentuati.
Sulla spiaggia
Molte delle preoccupazioni per i lettini abbronzanti sono valide anche per il sole preso in spiaggia. La gravidanza rende la pelle più sensibile tanto che il sole può causare orticaria, eruzioni cutanee di calore o peggiorare il cloasma.
Per il resto le indicazioni sono le stesse dettate dal buon senso per tutti quelli che si espongono al sole: bere molta acqua, usare una crema solare con SPF 30 o più, e indossare un cappello. Se si avvertono capogiri, nausea o stanchezza è necessario andare in una zona più fresca. Sarebbe opportuno frequentare la spiaggia nelle prime ore del mattino e dopo le 16.30
Autoabbronzanti
Questa potrebbe essere la migliore opzione in caso di gravidanza. Evitare i raggi UV garantisce una pelle più sana e meno probabilità di cancro della pelle. Ci sono così tanti tipi diversi di lozioni, creme e schiume autoabbronzanti di facilissima applicazione che danno risultati molto buoni e soprattutto naturali.
L‘unica preoccupazione è se il principio attivo, il diidrossiacetone (DHA), sia in grado di penetrare nella parte più profonda dell’epidermide. Non vi sono studi a riguardo, tuttavia molti medici ne consigliano l’utilizzo dopo il primo trimestre, per scongiurare qualsiasi rischio per il feto in formazione, sebbene il DHA è comunemente utilizzato nell’industria cosmetica dal 1960 e non vi sono notizie di reazioni particolarmente preoccupanti.
Anche se avete usato autoabbronzanti prima di rimanere incinta senza alcuna reazione, sarebbe opportuno provare su una piccola area la lozione: la pelle può essere più sensibile e irritabile durante la gestazione e ciò che non ha mai creato problemi in condizioni normali, può essere altamente nocivo in questa fase della vostra vita.
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