RU-486: tutto sulla pillola abortiva Mifegyne

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L’aborto è una scelta personale e difficile. Fino a un paio d’anni fa l’unico metodo consentito in Italia era effettuare un intervento chirurgico. Dal 2009 è stata autorizzata l’immissione in commercio della RU-486 chiamata anche “pillola abortiva”.

Il farmaco di cui parliamo è il Mifegyne (mifepristone) che provoca l’aborto chimico nei primi due mesi della gravidanza.In realtà si abbina anche un altro farmaco, la prostaglandina, che provoca delle contrazioni uterine che consentono l’espulsione del tessuto embrionale.

La RU-486 non va confusa con la pillola del giorno dopo che invece è un farmaco per la contraccezione d’emergenza. La pillola del giorno dopo, oltre a dover essere somministrata entro 72 ore (3 giorni) dal rapporto sessuale, agisce semplicemente bloccando l’ovulazione, ma senza avere effetti sull’impianto di un eventuale embrione, per cui non è in alcun modo in grado di indurre un interruzione volontaria di gravidanza (IVG).

Da sottolineare che la RU-486 può essere somministrata solo sotto controllo medico e solo in ambito ospedaliero (day hospital).

I vantaggi dell’utilizzo della RU-486 rispetto al metodo chirurgico sono:

  • Non sottoporsi ad un intervento chirurgico, quindi assenza di anestesia generale
  • Assenza di un ricovero (day hospital)
  • L’IVG è vissuta più coscientemente in quanto avviene un’espulsione di tessuti embrionali (l’intervento chirurgico sotto narcosi è vissuto incoscientemente)
  • Assenza d’infezioni, rischi di traumi o ferite al collo dell’utero e/o alla parete uterina.

Fattore importante è che l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica rispetto a quella chirurgia risulta avere meno ripercussioni sul piano psicologico ed emotivo della donna.

L’IVG chirurgia è sicuramente più invasiva ed è consentita entro i primi 90 giorni di gravidanza. Avviene in ospedale tramite l’aspirazione, poi segue il ricovero di una notte per tenere sotto controllo le perdite di sangue in corso. Generalmente, una visita di controllo viene effettuata circa quindici giorni dopo l’aspirazione. Dopo i 90 giorni può essere praticata solo:
– quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna
– quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.

Le minorenni per poter effettuare l’interruzione volontaria della gravidanza, sia chirurgica sia farmacologica, devono avere l’autorizzazione di entrambi i genitori o del giudice tutelare.

Le complicazioni del metodo farmacologico rispetto a quello chirurgico sono:

  • Perdite di sangue più consistenti e prolungate (20 giorni confronto ai 4 dell’intervento chirurgico)
  • Dolori e crampi addominali più acuti
  • Nausea e diarrea.

La RU-486 è consigliata alle donne che sono giunte rapidamente alla decisione di interrompere la gravidanza. Le donne che decidono oltre i due mesi, devono optate forzatamente per l’intervento chirurgico.

Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.