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Alluminio in cucina: ecco i consigli del Ministero

Giuliana Mele
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Nonostante può essere ritenuto il “re della cucina”, l’alluminio può rappresentare un pericolo se non usato nel modo giusto e con le dovute precauzioni.

Contenitori usa e getta, carta stagnola, teglie e anche caffettiere: si può dire che l’alluminio sia ovunque.

Proprio per questo motivo, il Ministero della Salute ha pubblicato una “Campagna informativa sul corretto uso dell’alluminio in cucina” per utilizzarlo correttamente ed evitare la possibile contaminazione dei cibi.

Ciò che genera preoccupazione è il possibile trasferimento dell’alluminio dai contenitori agli alimenti. Ma questa circostanza si può verificare in base a diversi fattori, quali:

  • temperatura
  • composizione del singolo alimento
  • tempo di conservazione dell’alimento

Categorie più vulnerabili.

Secondo il Ministero della Salute, nei soggetti sani il rischio di assorbimento di alluminio è limitato, soprattutto per la facilità di escrezione dell’elemento. Con questo si vuole dire che anche in caso si assunzione, il corpo dei soggetti sani lo assorbe in minima parte e lo espelle rapidamente.

Però, ci sono alcune categorie ritenute più vulnerabili. Sono un esempio i bambini sotto i 3 anni e gli anziani, i soggetti con malattie del rene e le donne in stato di gravidanza.

Importanza delle etichette

In Italia il Decreto ministeriale 76 del 2007 ha stabilito delle specifiche condizioni secondo cui devono essere confezionati i prodotti in alluminio. Devono infatti riportare delle etichette obbligatorie con le istruzioni d’uso. Vi riportiamo le disposizioni principali:

  • destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate
  • non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati
  • destinato al contatto per tempi superiori alle 24 ore a temperatura ambiente
  • destinato al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per tempi non superiori alle 24 ore.

I cibi “ok” e quelli non idonei

Innanzitutto, viene raccomandato di non riutilizzare i prodotti monouso in alluminio e di non graffiare le superfici di pentole o contenitori con prodotti o strumenti abrasivi. Questo facilita il rilascio di alluminio.

Nel testo diffuso dal Ministero della Salute, è presente la dicitura “destinato al contatto per tempi superiori alle 24 ore a temperatura ambiente solo per i seguenti alimenti”:

  • prodotti di cacao o cioccolato
  • spezie ed erbe per infusi
  • cereali e prodotti derivati
  • caffè
  • prodotti di panetteria
  • prodotti di confetteria
  • funghi e ortaggi essiccati

Sono indicati nella lista anche prodotti da forno a condizione che però la farcitura non sia a diretto contatto con l’alluminio.

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I cibi non idonei al contatto con l’alluminio sono invece i cibi molto acidi o molto salati: quindi no ai cibi con succo di limone o aceto, acciughe o capperi sotto sale.

Le dosi massime tollerabili

Nel 2008, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) stabilì la dose massima di alluminio che una persona può tollerare: 1 mg per chilo e dipende dal peso corporeo. Per fare un esempio in un adulto di 60 kg, ma dose massima sarà di 60 milligrammi.

Seguendo le direttive e gli accorgimenti suggeriti dal Ministero della Salute, il rischio di assunzione di componenti di alluminio può ridursi enormemente.

Giuliana Mele
Laureata in Lingue, Lettere e Culture comparate presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Con la danza nel cuore e nell’anima, resto affascinata da ogni forma d’arte. Divoratrice di libri e musica e da sempre appassionata di benessere, cosmetica bio e rimedi naturali.
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