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Paura dell’acqua: come sconfiggerla

Jennifer
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L’idrofobia, anche nota come talassofobia, è la paura di immergersi in acqua profonda, di nuotare, accompagnata dall’angoscia di annegare, tale per cui chi ne è affetto, evita sempre più spesso quelle situazioni acquatiche in cui si sente a disagio e senza controllo,  con un nodo alla gola e allo stomaco che lo avvertono del pericolo.

Questa forma fobica, tra le tante esistenti e sempre più comuni a manifestarsi tra le persone, interessa sia piccoli che grandi e nella maggior parte dei casi ha avuto origine da un trauma legato all’acqua vissuto in precedenza, che ha lasciato dei segni psichici talmente forti, a livello emotivo, da aver bloccato la persona sotto diversi aspetti.

Sintomi della talassofobia

Sulla base di casistiche elaborate dagli psicologi, ci sono forme più lievi di fobia, legata più che altro alla paura di annegare che si riflette nel rifiuto di tuffarsi in acque profonde, là dove appunto la persona sente di non avere più controllo, non toccando più il suolo con i piedi.

I casi più gravi riguardano invece quei soggetti che proprio non riescono ad entrare in acqua, non riescono a immergere la testa sott’acqua neanche per qualche secondo e a nuotare in  qualsiasi situazione. Per fortuna i casi limite sono minori ed eccezionali.

In ogni caso sono due i percorsi consigliati per affrontare questa paura dell’acqua (sono risultati essere i più efficaci): un ciclo di sedute di psicoterapia è sicuramente utile e basilare per rintracciare i motivi del trauma, l’età e le circostanze in cui si è manifestato; analizzando l’accaduto di modo da riviverlo e grazie all’aiuto del terapeuta, superarlo.

Rimedi per la talassofobia

Una terapia del genere è raccomandata soprattutto nei casi più problematici e difficoltosi, dove è evidente un blocco emotivo molto forte. Accanto a ciò o alternativamente, per chi non abbia grossi traumi ma solo una insicurezza rispetto l’acqua, dunque è vissuta con un po’ di limite, consigliamo degli esercizi graduali che con delicatezza ma costanza e determinazione porteranno il soggetto ad immergersi gradualmente e senza più paura.

Questi esercizi si possono praticare al mare o in piscina, indifferentemente, e a seconda delle esigenze della persona che ha  paura, con accompagnamento di qualcuno oppure da sola. La cosa importante è avere determinazione con se stessi.

Il metodo è molto semplice: iniziare ad immergersi in acqua ed arrivare al livello dell’acqua in  cui si inizia a sentire il forte disagio  . Quando si avverte il blocco, la paura di continuare, non bisogna tornare indietro ma cercare di rimanere al livello di immersione a cui si è arrivati, fermarsi qualche secondo, respirare profondamente, razionalizzare la paura, pensare a cose, situazioni o frasi positive di sostegno, per i casi di timore più accentuato.

In questo modo, ci si calma, rilassandosi. Appena ci si sente a proprio agio, continuare lentamente ad immergersi, fino a che non si presenta di nuovo la situazione di panico, e quindi fermarsi e ripetere nuovamente lo step di prima, respirare profondamente, e cercare di andare avanti.

Una volta giunti in tal modo graduale ad immersione dell’intero corpo, bisogna provare a immergere il viso in acqua. Solitamente questo è un passaggio che risulta più difficoltoso per via della paura di annegare che però va superata, oltrepassata.

Per cui a questo punto, piegarsi quanto basta sulle ginocchia, di modo da immergersi con l’acqua che arriva fino al naso. Si può tenere chiuso il naso con le mani; rimanere tranquilli in questa posizione, prendendo confidenza con l’acqua, le sensazioni rinnovate che dona. Il naso verrà tirato fuori solo per respirare.

Se sarà stata acquisita una certa sicurezza con la posizione precedente e le precedenti modalità, allora non resta che eseguire l’ultimo esercizio, importante per poter affermare di aver superato l’idrofobia: ripetere l’esercizio precedente, ma questa volta, prima di immergersi, tirare fiato nei polmoni attraverso una bella e profonda inspirazione e solo quando si è immersi con il naso nell’acqua, provare a far uscire l’aria dal naso.

Ripetere più volte questa operazione fino ad acquisirla come naturale. Se si riuscirà a fare ciò vuol dire che si è finalmente pronti per un’ immersione totale del corpo che comprende anche l’immersione di tutta la testa.

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