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Le mie regole d’oro per innaffiare e curare le piante del balcone con l’arrivo del caldo

Gianluca Grimaldi
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Diciamoci la verità: tendiamo sempre a pensare che, con l’arrivo del caldo, le nostre piante da balcone esploderanno in fioriture da togliere il fiato e fare invidia ai vicini.

Solo più raramente ci concentriamo sulle maggiori incombenze che l’aumento delle temperature comporta nel prenderci cura delle piante. Così, nella mia personale esperienza, mi sono trovato spesso un po’ in difficoltà nel sopperire alle esigenze delle piante nella stagione primaverile e in quella estiva.

L’incombenza maggiore? Sicuramente le innaffiature che devono adeguarsi alla maggior sete delle piante. Ecco perché sono qui a suggerirti alcune delle mie regole d’oro per innaffiare e curare le piante del balcone con l’arrivo del caldo e che spero possano aiutarti.

Tastare il terreno

La prima cosa che faccio, per quanto possa sembrarti strana, è tastare il terreno della pianta che voglio innaffiare.

In questo modo riesco a rendermi immediatamente conto se c’è una necessità di acqua e quale essa sia. Infatti, se il terreno risulta troppo umido o addirittura bagnato, significa che l’ultima innaffiatura è ancora recente e che la pianta non ha bisogno di essere innaffiata.

Viceversa, se il terreno è ormai completamente asciutto o secco, allora capisco che è arrivato il momento di innaffiare. Inoltre, se metto il dito un po’ più in profondità, posso capire anche se sia soltanto la superficie del terreno che è asciutta o se anche in profondità la riserva d’acqua si è esaurita e, quindi, è il caso di innaffiare di più.

Insomma, un gesto che può rivelarti tanti dettagli e esserti utile nel capire quando innaffiare nel corso dei mesi più caldi dell’anno.

Innaffiare dal basso (quando si può)

Nella maggior parte dei casi, preferisco innaffiare le mie piante da balcone dal basso.

Di solito, procedo con questo metodo per tutte le piante da fiore in vasi medio-piccoli che, quindi, posso sollevare e spostare con facilità, mentre non lo faccio con le piante troppo grandi e con le piante succulente.

In pratica, non faccio altro che immergere la pianta con tutto il vaso in una bacinella o un lavandino con dell’acqua così che questa arrivi a circa la metà del vaso stesso. Poi, lascio la pianta in immersione per un tempo che dipende dalle necessità di acqua delle stesse (di solito, mai più di 15 minuti). In questo lasso di tempo, la pianta assorbe l’acqua di cui ha bisogno attraverso i fori di drenaggio sul fondo del vaso.

Svuotare il sottovaso

Dopo aver innaffiato per immersione, sollevo la pianta in modo da far scorrere via l’acqua in eccesso così da evitare il formarsi di ristagni idrici che possono aumentare il rischio che le radici marciscano.

Tuttavia, questo gesto spesso non basta. Dopo qualche ora (o spesso anche in tempi minori) l’acqua in eccesso può continuare a defluire andando ad accumularsi nel sottovaso.

Per questo, dopo che ho innaffiato, controllo sempre più volte il sottovaso e lo svuoto quando noto che questo si è riempito d’acqua. Un gesto semplice e veloce che, credimi, può però davvero fare la differenza nella salute delle piante da balcone.

Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di prodotti biologici, del loro utilizzo e di tutto quello che è benessere. Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".
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