Come non prendere i pidocchi?

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pidocchi

L’autunno e la primavera sono probabilmente i mesi più “caldi” per la pediculosi e malgrado quello che si può pensare, non è un fastidio che riguarda esclusivamente i bambini.

Certo la facilità con cui in età infantile si hanno contatti ravvicinati è condizione di privilegio per il piccolo parassita che riesce così a diffondersi facilmente.

Ma non sono rari casi anche in età più adulta e conviene quindi capire bene come comportarsi e soprattutto come cercare di prevenirli.

Sintomi e identificazione del pidocchio

Cominciamo sfatando un mito: il pidocchio è un insetto parassita che si nutre di sangue umano e che si diffonde solo per contatto diretto o indiretto (oggetti, biancheria o altro) di un infetto.

Senza contatto il pidocchio non “salta” da un ospite all’altro. E altrettanto non è una questione relativa all’igiene, quanto piuttosto a fattori ambientali come umidità, calore e poca luce.

Il sintomo prominente è un forte prurito che accompagna la loro presenza, che può essere anche causa di lacerazioni del cuoio capelluto aggravando la situazione con possibili infezioni.

Riconoscere l’infestazione non è particolarmente difficile, visto che basterà un esame visivo accurato per cercare soprattutto le uova, dette lendini, piccole e bianche situate generalmente nella parte bassa del capello.

Prevenzione come prima barriera di protezione

Partiamo prima di tutto dai possibili modi per evitare il contagio in maniera preventiva. Va da sè che non avere contatti diretti con persone già infette dal pidocchio (e soprattutto dalla loro testa), è ovviamente la soluzione migliore.

Parimenti dobbiamo evitare la condivisione di oggetti personali che possono essere stati infettati: cappelli, pettini, spazzole, caschi. Ma anche cuffie, auricolari e in linea di massima vestiti che potrebbero essere comunque già contagiati.

Il controllo personale è altrettanto utile, magari utilizzando dei piccoli pettini deovulanti che fungeranno sia da prevenzione sia da eventuale rimozione delle uova.

Ci sono poi degli speciali oli che possiamo aggiungere al nostro shampoo e utilizzarlo per abbassare il ph della pelle e rendere il capello un luogo non adatto alla proliferazione dei piccoli insetti. L’olio di neem è uno dei più utilizzati in questo senso.

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La cura da pidocchio: olio di neem e pettini deovulanti

Se la prevenzione non è servita e ci troviamo di fronte a un’infestazione di pidocchi, abbiamo comunque diverse frecce al nostro arco per risolvere il problema.

Il primo strumento che dovremo utilizzare è come detto il classico pettine deovulante, che passato sui capelli bagnati dalla base del capello fino alla punta (e poi di nuovo al contrario) imprigiona le eventuali lendini tra i suoi denti molto ravvicinati.

Un altro rimedio molto efficace è come dicevamo l’uso dell’olio di neem, ricavato da un albero di origine indiana ricco di numerose proprietà mediche tanto da guadagnarsi il soprannome di “la farmacia del villaggio” tanti sono i suoi usi. In particolare è considerato una vera panacea per i capelli, sia come nutriente che per protezione.

Sui pidocchi poi, la sua azione riesce sia a impedire lo sviluppo dell’insetto (che quindi muore prima di arrivare all’ovulazione), sia a proteggere il capello favorendo il distacco delle stesse uova.

Per utilizzarlo possiamo versarne direttamente alcune gocce sulla cute e sui capelli, massaggiando bene a lungo e poi lasciare a riposo almeno sessanta minuti. Dopo di che dovremo lavarci il capelli con un classico shampoo (e balsamo se vogliamo ammorbidirli) e passare tutto con un pettine a denti stretti per rimuovere gli eventuali parassiti.

Possiamo anche mixare l’olio di neem anche con altri oli essenziali (anche perchè il suo odore potrebbe non essere gradevole per tutti), l’importante è farne un utilizzo costante in modo da indebolire i parassiti ed eliminarli poi definitivamente.

Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.