Cosa fare in caso di contatto con una medusa?

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Costituite per il 95% di acqua, le meduse sono invertebrati marini, ossia che non hanno spina dorsale, e non pesci: il loro corpo infatti è una sostanza gelatinosa, tipicamente a forma di campana/ombrello, al cui interno si trova la loro struttura interna dalla quale si diramano i temibili tentacoli.

In natura esistono moltissime tipologie di meduse: da quelle di pochissimi millimetri a quelle gigantesche di 3 mt di diametro; da quelle trasparenti, chiare, con solo il bordo blu a quelle colorate arancione, rosso, viola etc. comunque un vero spettacolo da osservare a livello estetico!

Di notte, per di più, se disturbate emettono una luce fredda e brillante, denominata luminescenza. Il loro modo di nuotare poi, è una vera danza nell’acqua: contraendo i propri muscoli, si spingono mediante l’acqua e si muovono con essa verso l’alto e verso il basso, come una pompa. Per mangiare invece, le meduse utilizzano i loro tentacoli che hanno la funzione di catturare e poi portare alla bocca il cibo prescelto: ciò è possibile poiché proprio i tentacoli sono ricoperti da cellule urticanti che pungono e uccidono gli animali, anche come metodo di difesa.

Ecco il lato negativo delle meduse, così belle ma così fastidiose e pericolose anche per l’uomo… e le sue vacanze! Complici il surriscaldamento dei mari, l’abuso dei concimi da parte dell’uomo, che fanno proliferare il loro cibo prelibato (il plancton), e la pesca non controllata che stermina i loro naturali predatori, le meduse stanno invadendo ormai da decenni i nostri mari e sono talvolta un vero problema e un pericolo, se non trattate in modo adeguato. Essere toccati da una medusa infatti, non è così raro e bisogna conoscere bene cosa si deve e non si deve fare nell’immediato.

Bruciore e prurito dopo una carezza della medusa

Innanzitutto, la carezza (i termini morso e puntura non sono corretti) avviene attraverso quelle cellule urticanti (cnidocisti) sui tentacoli che, quando vengono toccate, si estendono con dei filamenti che penetrano subito nella pelle (una miscela di 3 proteine urticante, paralizzante e neurotossica). La sensazione di bruciore e prurito è immediata: è una vera e propria ustione che provoca una reazione della pelle che, a seconda della profondità, del tipo di medusa e della zona colpita, può durare da qualche ora a molti giorni. Nello specifico, dall’immediato bruciore e prurito, si passa subito ad un arrossamento della pelle e alla comparsa di rilievi (pomfi) sulla sua superficie.

Dopo 10-20 minuti, il bruciore diviene un intenso prurito: più è esteso nel corpo, più è insopportabile.

Attenzione a non farsi prendere dal panico!

Appena è avvenuto il contatto con la medusa, è importante restare calmi, respirare, non gridare o agitarsi e uscire dall’acqua: se vi fate prendere dal panico, anche questa semplice azione può diventare un problema e aumenterete la produzione di adrenalina e l’attività muscolare del vostro corpo: ciò non farà altro che far circolare maggiormente e più velocemente le tossine nell’organismo quindi… CALMA!

Se si è al largo, fatevi eventualmente aiutare a tornare a riva, da qualche persona lì vicina. Arrivati sulla spiaggia quindi, controllate immediatamente che non vi siano parti di medusa ancora attaccate al vostro corpo: in questo caso, staccatele e lavate la zona con acqua di mare per diluire la tossina che non è ancora penetrata.
Naturalmente, per effettuare questa operazione, utilizzare dei guanti per le mani e acqua fredda e salata: quella dolce aumenta i sintomi. Non usate pinzette per la rimozione in quanto potrebbero lacerare i tessuti e far fuoriuscire le tossine.

Procedere dunque con la medicazione corretta, della parte infiammata: applicare del gel astringente al cloruro di alluminio che ha un’immediata azione antiprurito e arresta la diffusione delle tossine nel corpo: quindi, prima viene applicato e meglio è!

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Le creme al cortisone o antistaminiche non sono indicate perché richiedono mezz’ora di tempo per agire e apportare beneficio: una tempistica di attesa troppo lunga perciò! Evitare assolutamente, invece, di grattarsi, strofinare sabbia o applicare sostanze di “detto comune” come l’aceto, l’ammoniaca o l’alcool, che hanno solo l’effetto di far penetrare maggiormente le tossine e di peggiorare il dolore e l’irritazione.
Quindi, NO AL FAI DA TE, magari anche improvvisato: in questi casi, mosse errate possono causare cicatrici permanenti nella zona colpita.

Se nonostante l’uso del gel astringente al cloruro d’alluminio o se si avvertono pallore, sudorazione eccessiva, difficoltà a respirare, confusione, vertigini, disorientamento, nausea, mal di testa, vomito e la reazione cutanea si diffonde
sempre più a tutto il corpo, è meglio chiamare subito il 118: il soggetto può essere particolarmente sensibile o la medusa può essere una specie velenifera (la medusa non è velenosa -se ingerita, è innocua-) e il rischio di shock anafilattico è quasi certo e molto pericoloso.

Fortunatamente, le meduse del Mediterraneo non sono particolarmente pericolose e causano una reazione solo nella zona colpita (la più nota è la Pelagia Nocticula). Il pericolo può sussistere se si capita in un branco di meduse e si viene punti in molteplici parti del corpo contemporaneamente.

Prestare attenzione anche al post puntura: la zona colpita dalla medusa rimane molto sensibile alla luce del sole e s’inscurisce immediatamente e per questo, per evitare possibili macchie alla pelle, tenere coperta la parte almeno per un paio di settimane.

Prevenzione: è possibile?

In commercio, possiamo trovare dei prodotti repellenti da applicare sul corpo a base di estratto di plancton e di glicosaminoglicani: essi hanno la funzione di ostacolare l’attacco dei tentacoli sulla pelle, di confondere la medusa sul riconoscimento della specie (in pratica, la medusa avverte che la persona sia una medusa e non un estraneo alla sua specie, e quindi non attaccherebbe) e di rallentare la pressione ed il rilascio delle sostanze urticanti. Questi prodotti contengono estratto derivati dal pesce pagliaccio, che ha in natura una sostanza repellente per le meduse, ma la cui efficacia è ancora da confermare per l’uomo.