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Niente cibo ma solo tanti drink: ecco i rischi della drunkoressia

Sonia Brunelli

 

Ubriache e magre da morire. Questo è la drunkoressia, un altro dei tanti volti dell’anoressia individuato nel 2008 in America e un paio di anni fa in Italia.

Questo disturbo alimentare consiste nel non mangiare cibo, solitamente nei due giorni antecedenti il week end, ma ingerire enormi quantità di alcolici: drunk in inglese significa ubriaco.

Per molte giovani americane, questo è uno stile di vita, oltre che una vera e propria moda, che purtroppo si sta diffondendo anche in Italia soprattutto tra i giovanissimi.

‘‘Drunkoressia” non è ancora un termine medico ufficiale, ma si basa su un crescente numero di casi clinici di donne che si affamano per tutto il giorno per bilanciare le calorie che ingurgiteranno la sera sotto forma di alcolici: una “dieta” alcolica.

Le ragazze affette da questo disturbo, sono perfettamente consapevoli delle numerose calorie presenti in un drink alcolico (un drink può contenere fino a 500 kilocalorie) pertanto, saltano i pasti principali della giornata per evitare di ingrassare.

Le anoressiche e le bulimiche usualmente evitano l’alcol per via dell’alto contenuto calorico: alcune di loro però cedono al bere o perché un bicchierino calma l’ansia di dover mangiare o perché allevia l’ansia di aver mangiato troppo. Nei casi più gravi l’alcol è l’unica fonte di calorie della giornata. C’è poi chi beve e vomita: con l’alcol, sostengono gli esperti di disordini alimentari, è molto più facile.

L’assunzione di alcol procura poi un senso di sazietà che permette di non avvertire i sintomi della fame.

Lo scopo di tale comportamento è duplice: dimagrire e farsi accettare dal gruppo, dato che l’alcol solitamente rende più allegri ed euforici.

Per quanto riguarda i criteri diagnostici corrispondono all’anoressia: indice di massa corporea (IMC) sotto i 17,5 ed è presente amenorrea. L’IMC si ottiene dividendo il peso in chili per il quadrato dell’altezza in metri. L’indice normale nelle donne è tra 19 e 24,5.

Cosa si rischia?

I rischi della drunkoressia sono gli stessi dell’anoressia: osteoporosi, alterazioni cardiache, amenorrea. A quest’ultimi si aggiungono quelli derivante dal consumo di alcolici, specie se a digiuno: neuropatie, tremori, danni al fegato ed al cervello col tempo. I danni sull’organismo sono soprattutto sul fegato, che ha la funzione di metabolizzare l’alcol e sviluppa forme di epatite alcolica, steatosi (fegato grasso), cirrosi e tumore. E poi ci sono problemi ai reni, al cuore, alla circolazione, ai denti e all’esofago.

Questa sintomatologia è acuita nel sesso femminile perché tende ad espellere l’alcol più lentamente del sesso maschile.

I rischi della drunkoressia sono analoghi a quelli di una persona che soffre di anoressia: diminuzione di peso progressiva, senza rendersi conto che si sta andando incontro alla morte.

Attenzione a frequentare  alcuni forum su internet, dove la drunkoressia è incentivata, addirittura alcune ragazze suggeriscono folli consigli per restare anoressiche e resistere con maggiore facilità al richiamo del cibo a favore dei drink.

Come difendersi

Nel momento in cui la drunkoressia raggiunge livelli d’allarme è necessario intervenire come con l’anoressia: terapia nutrizionale, psicoterapie individuali e di gruppo, eventuali assunzioni di farmaci quando l’alcol è diventata una vera e propria dipendenza. Per attuare tutto ciò potrebbe rendersi necessario rivolgersi ad un centro per i disturbi del comportamento alimentare, ecco perché è importante la prevenzione, educando gli adolescenti alle conseguenze di un uso smodato di alcolici.

Alcuni studi hanno individuato che la drunkoressia colpisce soprattutto ragazze tra i 13 e i 23 anni. Inoltre, la ragazza drunkoressica-tipo presenta la seguenti caratteristiche: è brava a scuola, elegante, conosce bene diete e cibi ipocalorici, esperta di siti Internet di salute e benessere, non si separa mai dalla bottiglia d’acqua minerale, fa uso di lassativi e/o diuretici, riferisce fenomeni di amenorrea (scomparsa delle mestruazioni), fa danza, palestra e ama gli sport molto intensi.

Ulteriore monito arriva dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro, che ha inserito il consumo di bevande alcoliche fra le sostanze cancerogene. La correlazione è stata evidenziata con le neoplasie di: cavità orale, esofago, faringe, laringe, fegato, colon-retto e mammella, mentre i dati sullo stomaco sono ancora in dubbio.

Gli esperti sono concordi nel prescrivere moderazione nel consumo di alcolici e superalcolici, basandosi su sesso ed età del bevitore. Bere anche quotidianamente ma non a digiuno, un calice di vino o un bicchiere di birra è una buona abitudine. Ma gli alcolici vanno banditi sotto i 15 anni perché il metabolismo dei giovanissimi non è ancora sufficientemente sviluppato e il loro apparato digerente non riesce a smaltire l’alcol che risulta così più tossico.

Per lo stesso motivo è bene limitarsi a un bicchiere giornaliero fra i 16 e i 20 anni e dopo averne compiuti 65. Per gli uomini adulti, di sana e robusta costituzione, il limite massimo è di due calici al giorno, mentre per le donne, il cui metabolismo funziona più lentamente e il cui peso corporeo è, in genere, inferiore, si scende a uno.

Sonia Brunelli
Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.
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