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Euro-leaf: il nuovo marchio europeo dell’agricoltura biologica

Sonia Brunelli

Euro leaf è una foglia verde costellata di stelle con all’interno una cometa, il tutto in un rettangolo verde: si tratta del nuovo marchio dell’agricoltura biologica, entrato in uso in Europa da alcuni mesi.

Tutti i prodotti alimentari biologici preconfezionati nell’Unione Europea devono ora recare obbligatoriamente questo nuovo logo biologico dell’UE, per garantire ai consumatori il diritto di essere certi, riguardo all’origine e alla qualità degli alimenti e delle bevande biologiche.

Per tutti quei prodotti importati da paesi extra-UE, l’apposizione del marchio è facoltativa. E’ stata una decisione presa dalla Commissione europea, organo di riferimento per le deliberazioni riguardanti tali materie.

Nel caso di prodotti ottenuti da miscele (biscotti per esempio), ci dice che il contenuto d’ingredienti biologici è pari almeno al 95%. Il logo potrà, su base volontaria, comunque comparire anche su prodotti non preconfezionati ma che soddisfino i requisiti previsti dalla vigente normativa europea per le produzioni biologiche.

Il logo predecessore, nato alla fine degli anni ’90 (era un cerchio con all’interno una spiga di grano verde su fondo blu circondata da stelle bianche), va dunque in pensione anche se avremo modo di vederlo ancora per un paio di anni, tant’è la durata del periodo di transizione deciso dalla commissione.
Il nuovo logo è stato ideato da uno studente tedesco nell’ambito del concorso organizzato dalla Commissione europea proprio per individuare la soluzione grafica che meglio rappresentasse l’Europa (oltre 3400 i bozzetti presentati).

Ma non possiamo ancora dire che il nuovo marchio ci assicura che si tratta di alimenti i cui ingredienti sono stati prodotti o allevati su suolo europeo. Infatti, questa nuova indicazione è fornita dalla dicitura UE/NON UE che, unitamente al codice numerico generato dall’organismo di controllo ad esempio ‘IT BIO 123’ (dove IT rappresenta il codice ISO del Paese in cui è avvenuto il controllo; la dicitura BIO rappresenta il legame con il metodo di produzione ed è variabile a seconda dei paesi diventando ORG o EKO e le ultime tre cifre indicano il codice numerico dell’organismo di controllo) posto accanto alla foglia verde, darà modo di conoscere più diffusamente l’origine dei prodotti biologici confezionati.

La dicitura ‘Agricoltura UE‘ potrà essere riportata su prodotti coltivati in uno dei paesi membri, NON UE‘ sarà riportato sui prodotti coltivati in paesi terzi e, infine, ‘agricoltura UE/agricoltura NON UE‘ comparirà nel caso di prodotti contenenti materie prime coltivate in parte in Europa e in parte in Paesi terzi. C’è poi la possibilità di sostituire, qualora un prodotto fosse composto da ingredienti ottenuti esclusivamente sul territorio italiano ad esempio, la dicitura agricoltura UE con quella ‘agricoltura ITALIA‘.

Il logo, però, non potrà comparire su prodotti che non soddisfano la normativa europea per le produzioni biologiche, su prodotti nei quali il contenuto d’ingredienti biologici si attesti al di sotto della soglia del 95%, nel vino e nei prodotti derivati dalla caccia e dalla pesca di animali selvatici (sardine bio sott’olio non avranno il marchio ma il salmone bio allevato, sì).

Infine, come ricorda Confagricoltura, accanto al logo UE sarà permesso riprodurne altri privati, locali o nazionali e indicare l’origine del prodotto a patto però che non modifichino la natura del marchio comunitario o ne compromettano l’integrità.

Adesso l’attenzione si dirotta sul gradimento dei consumatori: sarà in grado questo nuovo logo di dare la giusta importanza e soprattutto visibilità ad un importante argomento come gli alimenti biologici? L’Europa è il più grande mercato mondiale per quanto riguarda gli alimenti bio, superando anche gli Stati Uniti e l’Italia che, nella speciale classifica, occupa il quarto posto, preceduta solo da Germania, UK e Francia. L’Italia è però in cima alla classifica delle coltivazioni biologiche comunitarie, potendo vantare un introito dalle esportazioni di prodotti biologici di oltre 900 milioni di euro, oltre che una superficie coltivata biologicamente che supera il milione di ettari.

In sintesi: la presenza del logo sui prodotti è la certificazione della conformità con il regolamento EU sull’agricoltura biologica.

Sonia Brunelli
Sonia Brunelli vive a Imola dove ha studiato agraria occupandosi di alimentazione per diversi anni in una nota azienda del territorio. Si è poi specializzata nella gestione aziendale e ad oggi lavora per una ditta che promuove nuove starup con progetti e idee innovative.
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