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Le proprietà delle prugne fresche e secche

Laura
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Prugne e susine, spesso usate come sinonimi, sono in realtà varietà diverse del frutto famoso per le sue proprietà lassative: le prugne sono i frutti del Prunus salicina (susine cino-giapponesi) e le susine del Prunus domestica (susine europee) ma nonostante forma e colore differente condividono le medesime proprietà nutrizionali e apportano gli stessi benefici all’organismo, oltre ad avere un gusto molto simile.

Le prugne hanno generalmente una forma tondeggiante o tendente all’ovale, una buccia che va dal giallo al verde, dal rosso al viola scura, con la polpa croccante e succosa più o meno dolce e possono essere consumate sia fresche che secche; le varietà più conosciute sono la California blue (colore blu violaceo e forma sferica), Francese/Italia (color viola e forma allungata) e Regina Claudia (colore verde, piccola e di forma sferica).

Le susine, consumate solo fresche, sono più piccole ed affusolate e a piena maturazione hanno la buccia blu-violaceo dato da una maggior concentrazione di pruina o giallo con venature rosse e spesso hanno un sapore più asprigno rispetto alla prugna; le principali varietà sono:  Florentia (colore giallo con venature rosse) dolci ma con una nota acidula, Santa Rosa (rossa e tondeggiante) e Goccia d’oro o Shiro (colore giallo dorato, molto succosa).

Sia prugne che susine sono composte per circa l’87% da acqua, sono ricche di sali minerali fosforo, calcio, magnesio ma soprattutto potassio che è in grado di riequilibrare la quantità di sodio nell’organismo andando a contrastare la ritenzione idrica dei tessuti. Le prugne fresche hanno anche un buon contenuto di  vitamine AB1B2 e C (quest’ultima migliora l’assorbimento del ferro) e racchiudono molte sostanze ad azione antiossidante (polifenoli e flavonoidi) che contrastano l’invecchiamento cellulare.

La peggior qualità riconosciuta alle prugne è da sempre l’azione lassativa che si sprigiona anche consumandone piccole dose (50-100 grammi), regolando l’attività intestinale grazie alla presenza di  zuccheri come il sorbitolo, ossifenisatina e acidi organici, quest’ultimi sono inoltre tra i principali responsabili del caratteristico sapore acidulo/amaro delle prugne e sono indicati, in caso di diete proteine, per bilanciarne gli effetti.

Non bisogna esagerare con il consumo di prugne onde evitare spiacevoli effetti indesiderati (diarrea, meteorismo) causate dalla fermentazione zuccherina a livello intestinale e vanno consumate con moderazione da chi soffre di coliche e gonfiori perchè questi potrebbero essere accentuati. I maggiori benefici in caso di intestino pigro o per sfruttarne l’azione lassativa si hanno consumando prugne fresche, nel caso di quelle secche è consigliato tenerle in ammollo almeno una notte in acqua e consumarle al mattino, insieme alla stessa acqua per esaltare l’effetto lassativo.

Nonostante siano ricche di acqua le prugne sono altrettanto ricche di zuccheri per cui non sono consigliate a diabetici e durante una dieta ipocalorica; in media 100 grammi di prugne fresche apportano 40 kcal.

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