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Re-Timer, gli occhiali contro l’insonnia e il JetLag!

Jennifer

I ricercatori della University of Adelaide, in Australia del sud, hanno condotto anni di ricerche e sperimentazioni per capire quali sono i fattori che determinano la tipica spossatezza del viaggiatore di lunghe distanze, il quale effettuando molte ore di volo, attraversando contemporaneamente diverse latitudini e fusi orari, si ritrova una volta atterrato, quasi sempre con il fisico e la mente molto stanchi.

In questi casi , spiegano gli esperti delle ricerche, il malessere generale è determinato da uno scompenso dell’orologio biologico che segue i ritmi del giorno e della notte, quindi luce e buio, affinchè il nostro metabolismo e le funzioni biologiche si adeguino alle diverse fasi.

Se però, a causa ad esempio di un lungo viaggio trascorso in aereo, il cervello non ha i giusti imput di veglia e sonno, oppure questo passaggio avviene troppo rapidamente, si crea uno scompenso, una irregolarità, causa appunto di malessere e stanchezza.

I fotorecettori dei nostri occhi, percepiscono la luce solare e così mandano il segnale al cervello di essere svegli e attivi, regolando i nostri ritmi interni. Questo processo può essere sballato non solo dai viaggi verso paesi con un altro fuso orario, ma anche dal restare a lungo in casa, dal lavoro irregolare, o dalla minore luce solare durante i mesi invernali.  In questi casi l’effetto è di spossatezza generale, per cui si sente l’esigenza di riposo ma non si riesce a dormire; la mattina ci si sente stanchi e ciò limita poi di conseguenza le attività quotidiane.

Si tratta in realtà di un fenomeno molto più diffuso di quello che si crede, basta poco per sballare il fisico: anche  andare a letto tardi la sera, ad orari sempre diversi e inoltrati, e poi dormire durante le prime ore di sole come se fosse ancora notte crea scompensi elevati. Ciò non si confà ai ritmi della natura del nostro metabolismo ed ecco che iniziamo ad avere dei controeffetti, anzitutto la minore efficienza nelle attività.

Questo fenomeno, può essere oggi corretto grazie a degli speciali occhiali conosciuti come Re-Timer, che messi a punto da questi studiosi australiani, emettono una luce verdina, lieve, negli occhi. Questa luce, spiegano i ricercatori, stimola direttamente quella parte del cervello deputata a connettersi con l’orologio biologico, regolandosi insieme, senza più creare disarmonie tra ciò che succede all’esterno e ciò che percepisce il corpo internamente. Dunque è un processo di allineamento fisico- biologico che ci consente di eliminare gli effetti negativi delle situazioni descritte in precedenza.

Viene quindi ristabilito l’orologio biologico, indossando questo speciale tipo di occhiale, per 3 giorni, 50 minuti al dì.

Si tratta di una scoperta importante, estendibile per la cura di insonnie croniche, stress generale di vita, ansietà, per le neo mamme che hanno ritmi davvero pesanti, o uomini d’affari che girando il mondo hanno bisogno ovunque siano, di riposare bene per lavorare bene.

Attualmente sono stati lanciati e hanno riscosso un grandissimo successo soprattutto in Giappone e alcuni paesi europei all’avanguardia ma si stima che nel giro di poco tempo arriveranno anche da noi. I risultati sono ottimi, vi è un recupero quasi completo e molto veloce; c’è stato un vero e proprio boom di domande!  Sul mercato asiatico sono venduti ad un costo che si aggira intorno ai 180 euro, quindi neanche eccessivamente costosi, per le funzioni che hanno.

Dato il grande successo ottenuto, gli studiosi australiani, intendono andare ancora più a fondo, sono sicuri infatti che questa scoperta sia utile in futuro anche per tanti altri disturbi che così potrebbero avere nuove soluzioni.

Al momento, aspettiamo di provare la primissima novità, gli occhiali Re- timer.

 

 

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