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Rimedi naturali e lavande per prevenire e curare la cistite

Alessia
cistite

Esistono molte piante e medicinali per prevenire la cistite. Tuttavia, l’uso di queste deve essere sempre sottoposto a consiglio di uno specialista (medico, farmacista,…) che valuterà se utilizzarle a seconda dei sintomi, della frequenza e della durata della malattia.

Le piante più famose ed efficaci sono:

Mirtillo rosso

E’ astringente ed è particolarmente indicato per le infezioni delle vie urinarie: il suo effetto è preventivo in quanto l’assunzione regolare del succo di mirtillo rosso (qualche dl al giorno) diminuirebbe considerevolmente la frequenza delle cistiti. Inoltre, è ideale per curare le diarree e pare avere un effetto benefico anche contro l’herpes labiale (ma sono ancora necessarie ricerche supplementari e studi).

E’ comprovato che le molecole presenti nel mirtillo rosso modificherebbero l’adesione del batterio Eschericha Coli (principale causa delle cistiti) e diminuirebbe così il numero e la frequenza delle infezioni urinarie. Dato che certe preparazioni a base di mirtillo rosso, come quelle granulose da diluire in un bicchiere d’acqua, hanno un gusto speciale, si consiglia di preferire le capsule a base di mirtillo rosso.

Mirtillo rosso americano

Disinfettante delle vie urinarie (deposita un biofilm protettore sulle pareti del sistema urinario), è astringente e antivirale: infatti è utile per le cistiti, soprattutto quelle a ripetizione (secondo gli studi, permette una diminuzione del numero di cistiti pari al 50% l’anno), per la prevenzione di infezioni intestinali (di tipo virale come le gastroenteriti) e della carie (grazie ad un deposito di biofilm). Assunto a dosi elevate e per periodi prolungati può provocare diarrea ed è controindicato nei soggetti in terapia con anticoagulanti (ne aumenta l’effetto).

Equiseto

diuretico, rimineralizzante, coagulante. E’ possibile assumerlo in compresse, capsule, perle gelatinose e sciroppo: in casi di infezioni delle vie urinarie, meglio prenderlo sotto forma di infusi; in caso di dolore o di problemi articolari (reumatismi: artriti, artrosi,…), dovuto alla sua forte concentrazione in silicio, sotto forma di capsule.

Non presenta effetti collaterali né contro indicazioni. Le preparazioni tipiche sono le tisane / infusi di equiseto (semplici da preparare, è efficace in alcuni casi di infezione ma spesso, richiede il supporto di un trattamento antibiotico) e la polvere di equiseto particolarmente indicata per problemi reumatici o articolari (queste preparazioni si possono acquistare già pronte anche in farmacia).

Betulla

diuretico ma non irritante per i reni, disinfettante per le vie urinarie (in modo leggero). Per uso interno, è indicata per cistite, gotta e reumatismi. Si può assumere come tisana / infuso, succhi e capsule a base di betulla.

Uva ursina

(Il nome uva ursina deriva dal latino uva ursi, poiché gli orsi sono ghiotti dei suoi frutti)disinfettante delle vie urinarie detiene lo scettro del più utile rimedio naturale contro la cistite, e le infezioni urinarie in genere, ed è costituita dalle foglie raccolte prima della fioritura, utilizzate fresche o più comunemente essiccate.

Le preparazioni generalmente consigliate sono l’infuso, il decotto o il macerato freddo (3 grammi in 150 ml di acqua), da somministrare 4 volte al giorno:

  • infuso: Versare l’acqua bollente (1L) sulle foglie secche di uva ursina (20 g) e lasciar riposare per qualche minuto. Filtrare e berne 3-4 tazze al giorno
  • decotto: Un cucchiaio scarso (2 grammi di foglie in polvere) in 150 ml di acqua fredda. Portare ad ebollizione e lasciar bollire per 15 minuti. Filtrare e berne 3-4 tazze al giorno. E’ più attivo dell’infuso, dato che l’arbutina si dissolve meglio nell’acqua in ebollizione, ma è anche più amaro
  • macerato: Lasciar riposare le foglie in acqua fredda per 6-12 ore. Tale preparazione consente di ottenere una preparazione meno ricca di tannini, quindi indicata per soggetti gastrosensibili, e secondo alcune segnalazioni anche più ricca di arbutina.

Più semplice è l’assunzione di capsule o compresse contenenti estratti standardizzati in arbutina: generalmente si consiglia l’assunzione quotidiana di un quantitativo tale da apportare 400-800 mg di derivati idrochinonici, lontano dai pasti. Spesso nei preparati fitoterapici, l’uva ursina si trova associata ad altri rimedi naturali come il mirtillo rosso (Frutti e succo), diuretici (tarassaco, gramigna, equiseto, verga d’oro ecc.), camomilla, mirtillo nero (foglie) ed altre Ericaceae.

Bisogna prestare attenzione all’assunzione di uva ursina poiché presenta contro indicazioni in gravidanza, durante l’allattamento, in condizioni patologiche come insufficienza renale e allergia all’acido acetilsalicilico, e al di sotto dei 12 anni. Inoltre, non dovrebbe protrarsi oltre la settimana (o per più di cinque volte all’anno): consultare il medico.

Come effetti collaterali, l’ursina tende ad assumere una colorazione marrone, che si scurisce all’aria; i tannini, che nelle foglie di uva ursina raggiungono concentrazioni rilevanti (6-75), hanno un’azione irritante sulla mucosa gastrica e un uso prolungato può provocare nausea e vomito; questo effetto collaterale si può mitigare aggiungendo un pizzico di foglie di menta piperita all’infuso di uva ursina.

Ortica

diuretico, antireumatico, effetto anti-allergico (leggero) se ingoiata mediante tisane o compresse (uso interno): in questo caso è indicata per le infezioni alle vie urinarie, cistite, febbre da fieno, gotta, allergia, ha anche un effetto drenante e preventivo per calcoli renali e urinari. Come proprietà per uso esterno invece, è tonico, astringente ed emostatico se applicata sotto forma di lozione o altro: è indicata per i reumatismi, artrite, gotta, artrosi e come cura cosmetica (soprattutto per i capelli, contro la caduta, e ne favorisce la ricrescita, la forfora e i capelli grassi). Bisogna solo segnalare che l’effetto diuretico non è consigliato in casi di alcune malattie cardiache o problemi d’edemi: rivolgersi al medico o al farmacista.

Altri rimedi naturali comuni sono rappresentati dal bucco, dal barbaforte (cren), dal corbezzolo, dal sandalo, dall’echinacea, dalla bardana e dal nasturzio, per i quali è stata ipotizzata un’attività antisettica a livello urinario e vengono spesso associati ad estratti più specificatamente diuretici; pur non avendo un’azione antimicrobica diretta, essi promuovono la diuresi favorendo il lavaggio del tratto urinario e la diluizione della carica batterica presente in vescica.

Tra le fonti diuretiche segnaliamo (oltre a quelle già citate sopra) l’asparago (rizoma, radici), la gramigna (rizoma), l’ortosifon (foglie), il prezzemolo (parti aree, radici) e la verga d’oro (sommità fiorite). Talvolta vengono associate anche droghe ad azione antinfiammatoria e spasmolitica, come la camomilla. Tutti questi rimedi naturali vengono spesso assunti sottoforma di infusi (tisane o macerati) per amplificarne l’azione “diluente e dilavante”; in commercio si trovano anche compresse contenenti estratti secchi concentrati e standardizzati nei principi attivi che caratterizzano le singole droghe, o in alternativa tinture madri ed estratti fluidi.

D-mannosio da bere o per lavande genitali

Il D-mannosio è uno zucchero semplice che, entrato nel circolo sanguigno viene eliminato dall’organismo attraverso il rene, raggiungendo concentrazioni elevate nelle vie urinarie nelle quali esplica i suoi effetti adesivi ai batteri lì presenti. Anche se non è ancora utilizzato dalla medicina ufficiale nel trattamento della cistite, recentemente il d-mannosio è stato proposto come rimedio naturale contro la cistite, alternativo agli antibiotici ed ai loro effetti collaterali.

Il mannosio rientra nella dieta in quantità limitate; lo troviamo in piccole concentrazioni nella frutta (pere, mele, arance…). I dosaggi di mannosio normalmente suggeriti variano da 1 a 2,5 grammi al giorno (da 1 a 2 cucchiaini), possibilmente insieme a generose quantità di acqua : berlo disciolto in una bevanda calda (te, tisane non acide, acqua calda, camomilla), 150cc circa, sembra aumentarne l’efficacia.

Si assume a stomaco vuoto poiché l’assorbimento è maggiore e prima di assumerlo bisogna urinare, in modo tale che la quantità di d-mannosio che arriva in vescica non sia diluita dall’urina già presente: bere solo dopo un’ora dall’assunzione in modo da lasciare in vescica il d-mannosio sufficientemente concentrato e da consentire ai batteri di attaccarvisi. Alla sera non è necessario urinare dopo 1 o 2 ore dall’assunzione: si può lasciare il d-mannosio tutta la notte nella vescica perché non bevendo, non assumendo d-mannosio e non urinando per 8 ore, di notte i batteri presenti possono riprodursi indisturbati e non essere espulsi.

Eliminare i batteri con lavande e lubrificanti

I batteri responsabili delle cistiti spesso trovano nella vagina un ottimo serbatoio di incubazione e riproduzione e per questo basilare eliminare questi batteri fecali dai genitali, altrimenti si continueranno a riproporre cistiti, soprattutto dopo i rapporti sessuali. Infatti una mucosa vulvo-vaginale integra è perfettamente in grado di difendersi dai microrganismi patogeni.

L’attrito che si crea durante il rapporto sessuale provoca microlesioni impercettibili al tatto e alla vista, ma sufficienti per i batteri per avere un rifugio dove riprodursi ed “espandersi” all’uretra e alla vescica. Per fare ciò ci vuole un certo lasso di tempo ed è per quello che la cistite non insorge immediatamente dopo il rapporto sessuale, ma solitamente dopo 24/48 ore. Quindi, per sconfiggere l’infezione a livello urinario, è necessario eseguire trattamenti anche a livello genitale ed il d-mannosio può essere utilizzato anche per questo, mediante lavande e lubrificanti vaginali:

Lavande

Sono possibili 2 soluzioni alternative: o il d-mannosio puro o lavande già pronte.

  • Con il d-mannosio puro, sciogliere 1 cucchiaino di mannosio in acqua fisiologica sterile, aspirare la soluzione con una siringa (20/30cc), sdraiarsi in vasca da bagno o su un letto (con telo assorbente), sollevare il bacino in modo che il liquido introdotto non esca, iniettare il preparato in vagina inserendo la siringa (senza ago). Poi restare con il bacino sollevato per 10 minuti circa e cercando di ruotare su ogni lato (supina, fianco sinistro, fianco destro, prona) ogni 2 minuti e mezzo, per consentire al d-mannosio di venire a contatto con ogni parte della mucosa vaginale. Passati i 10 minuti, abbassare il bacino e lasciare pure che il liquido esca.
  • In alternativa si può utilizzare l’unica lavanda già pronta a base di d-mannosio e morinda citrifolia, della ditta Deakos. Questa ha un aspetto più viscoso e tenderà maggiormente ad aderire alle pareti vaginali aumentando l’efficacia della lavanda ed evitando di dover tenere il bacino sollevato. Inoltre contiene sostanze riepitelizzanti ed antinfiammatorie che rendono questa lavanda in grado di combattere i batteri patogeni, di riparare le lesioni vaginali e di lenire l’infiammazione riducendo prurito e bruciore di un’eventuale vaginite. Dopo entrambe le tipologie di lavanda, si consiglia di introdurre in vagina fermenti lattici (yogurt naturale o preparati farmaceutici appositi) per ripristinare la flora batterica eventualmente asportata dall’azione meccanica di questa manovra.

Lubrificande a base di D-mannosio

Da utilizzare ad ogni rapporto, impedisce l’attrito e quindi le microlesioni, formando sulla mucosa vaginale uno strato protettivo dagli urti e dagli attacchi batterici. Il d-mannosio si attacca alle lectine batteriche impedendo a questi microrganismi di aderire alla mucosa. La crema lubrificante può essere applicata (ed è consigliabile farlo) anche a prescindere dai rapporti sessuali, qualora ci fosse bruciore, secchezza o prurito vaginale.

Gli effetti collaterali riscontrati finora sono lievi e transitori (scompaiono nei primi giorni di terapia) e la maggior parte riguarda l’apparato gastro-intestinale: frequente è il meteorismo (aria intestinale), talvolta stipsi e diarrea in casi sporadici.

Comunque, gli effetti collaterali intestinali sia ad inizio terapia che a lungo termine sono del tutto soggettivi e totalmente diversi da individuo a individuo. Durante i primi giorni di assunzione è anche possibile notare un peggioramento dell’aspetto e dell’odore delle urine: torbide, maleodoranti e piene di scagliette bianche.

Questo avviene a causa della pulizia che il d-mannosio sta effettuando sulle pareti vescicali (effetto normale dunque). Poi le urine torneranno limpide, chiare e senza cattivo odore. Un altro effetto indesiderato frequente è l’urgenza minzionale e la non capacità di trattenere il d-mannosio in vescica per un’ora dopo l’assunzione: ma anche questo pare passare dopo i primi giorni di assunzione.

Come per tutte le sostanze (farmaceutiche o alimentari) anche verso il d-mannosio si possono verificare reazioni allergiche o di intolleranza visibili soprattutto a livello cutaneo. E ovviamente, ci sono anche molte donne che non hanno riscontrato alcun effetto collaterale.

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