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Sbiancare i denti li danneggia?

Jennifer
sbiancare denti

Lo sbiancamento dei denti, rientra nei trattamenti dell’odontoiatria cosmetica, sempre più affermata e richiesta dai clienti. Precise tecniche consentono oggi di riportare il colore dei denti al bianco e alla luminosità di un tempo così come è possibile ottenere in diverse sedute, un bianco perfetto, a modi porcellana, privo di sfumature, per gli amanti del sorriso perfetto.

In effetti denti bianchissimi in natura non esistono. Il colore dei denti è personale e ognuno ha il suo. Poi chiaramente, il corso del tempo e soprattutto le specifiche abitudini adottate, lo possono modificare in peggio, causando un colorito antiestetico e poco gradevole.

Il bianco naturale incorpora lievi sfumature che vanno dal giallo al grigio. Non c’è di che meravigliarsi. I canini di regola hanno inoltre un colore più carico degli altri.

Grazie alle innovative tecniche odontoiatriche, si può scegliere l’intensità della decolorazione da raggiungere perché la capacità di sbiancamento dei prodotti professionali dipende dalla concentrazione del principio attivo e dal tempo di permanenza a contatto con i denti; allo stesso modo si può scegliere il tempo di esposizione alle radiazioni solari per raggiungere la tonalità desiderata.

Controindicazioni dello sbiancamento dei denti

Stando agli studi effettuati in laboratorio, sui pazienti che hanno provato queste tecniche, gli effetti collaterali che ne derivano sono in genere minimi e transitori. Essi si riportano principalmente ad una ipersensibilità temporanea della dentatura trattata ai cibi e alle bevande molto fredde o molto calde e ad una possibile irritazione delle gengive a contatto con le paste utilizzate per lo sbiancamento.

Effetti che però si annullano quasi del tutto nel momento in cui ci si affida a studi medici competenti che si attengono scrupolosamente ai protocolli indicati per l’esecuzione dei trattamenti.

Sbiancare i denti a casa?

Sicuramente fare da soli uno di questi comporta più rischi per la salute dei denti in quanto solo il dentista è in grado di fare una corretta analisi della situazione e adoperare il miglior metodo in relazione alla persona. I prodotti contenuti nei kit, che si trovano negli esercizi commerciali sarebbero perciò più pericolosi perché la singola persona non ha quelle specifiche competenze e generalmente non conosce e adotta le precauzioni professionali che rendono questo trattamento sicuro.

Come sbiancare i denti?

Quando si decide di provare lo sbiancamento è perciò di fondamentale importanza eseguire una visita preventiva dal dentista per analizzare bene il tipo di dentatura su cui si vuole effettuare lo sbiancamento, i tipi di macchie presenti, se sono interne o esterne e valutare soprattutto lo stato di salute  del cavo orale. E’ infatti  sconsigliato quando si hanno ponti, corone, grosse otturazioni dei denti frontali.

Anche in presenza di carie o gengive infiammate non si può fare. In questi ultimi si deve procedere innanzitutto alla loro cura e solo successivamente si può prendere in considerazione lo sbiancamento. La regola generale dunque è che lo sbiancamento va effettuato solo su denti sani.

Una volta fatto ciò, non è escluso che ci siano complicazioni quali appunto l’ipersensibilità, anche all’azione degli zuccheri e degli acidi. In genere, ripetono i dentisti, si tratta di una complicanza che sparisce nel giro di qualche giorno e con l’aiuto di prodotti desensibilizzanti ma l’avvertenza è quella di non effettuare lo sbiancamento quando si soffre già di ipersensibilità, che infatti potrebbe aumentare e non è detto retroceda.

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Sbiancare i denti in gravidanza

E’ poi comunque controindicato nel caso di donne in gravidanza e in allattamento. Con lo sbiancamento, vengono rilasciate delle tossine che sebbene non siano particolarmente nocive per l’adulto, rischiano invece di essere pericolose per il feto e la composizione del latte materno. Quindi meglio aspettare dopo il parto e dopo aver smesso di allattare.

Infine un’altra condizione ostativa allo sbiancamento vi è per i giovani al di sotto dei 16 anni, perché in questa fase evolutiva le gengive e lo smalto sono ancora in via di sviluppo e trattarli con agenti aggressivi come quelli adoperati per lo sbiancamento potrebbe comportare future patologie dentali.

 

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