Il miele per curare le infezioni batteriche

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È il classico rimedio della mamma: un bicchiere di latte caldo con un cucchiaino di miele per calmare la tosse secca che impedisce un tranquillo riposo. Ma quanto è realmente efficace questa gustosa combinazione?

Dipende dalla qualità e dal tipo di miele: c’è una particolare varietà di miele, il miele Ulmo,  che si comporta come un potente antibatterico persino più efficace di alcuni antibiotici di sintesi.

La scoperta è di un gruppo di ricercatori irlandesi afferenti al Dipartimento di Microbiologia Clinica del Royal College of Surgeons di Dublino che ha testato tre diversitipi di miele e la loro azione nei confornti di 5 diversi ceppi di virus delle vie respiratorie, in particolare lo ‘Staphylococcus aureus’ responsabile della maggior parte delle bronchiti delle vie respiratorie superiori.

La ricerca si è concentrata sul miele Ulmo, prodotto dalle api che si nutrono del polline di un albero tipico del Cile chiamto Ulmo, del miele di Manuka, prodotto dalle api che si nutrono del polline di un piccolo albero della Nuova Zelanda e di un miele artificiale di laboratorio. Sotto la lente di ingrandimento anche ceppi virali responsabili di infiammazioni cutanee, foruncoli e ascessi, e infezioni dell’apparato gastrointestinale dovute per lo più a tossine sprigionate da alimenti, oltre a numerose forme diarroiche.

Sembra che nella sperimentazione, i migliori risultati siano stati dati proprio dal miele Ulmo che, grazie alla particolarità di liberare sostanze quali il perossido di idrogeno, esercita una potente azione antibiotica; anche il miele di Manuka ha mostrato una buona efficacia, superiore a quella esplicata dagli antibiotici a base di meticillina, ma non altrettanto potente come quella del miele cileno.

Sono sicuramente necessari ulteriori studi sull’argomento: se anche altri dati sperimentali confermeranno l’efficacia del miele Ulmo, questo particolare tipo di miele potrebbe diventare un’interessante alternativa all’uso degli antibiotici di sintesi nella cura delle ferite infette.

Del resto che il  miele fosse un alimento completo e indispensabile, specie nei primi anni di vita, era un dato acclarato: è molto efficace per sopperire alle carenze nutrizionali responsabili della comparsa dei disturbi della crescita, della demineralizzazione delle ossa, o di una dentatura con problemi; ha anche un posto importante nei regimi alimentari dietetici raccomandati alle persone che soffrono di epatite, come anche nelle diete adottate in convalescenza dopo una patologia acuta (casi di influenza).

Alcuni studi hanno rilevato che il miele favorisce migliori prestazioni fisiche e conferisce maggiore resistenza alla stanchezza, soprattutto in caso di sforzi ripetuti; al contempo, offre un miglior rendimento mentale. Per questo, può essere assunto sia da una persona sana che da un malato afflitto da qualunque tipo di sfinimento, più che altro in caso di problemi digestivi o di assimilazione.

In generale questo alimento che la natura ci offre, arreca benefici in varie patologie legate all’alimentazione: una miglior crescita dei lattanti non nutriti in modo naturale, un più efficiente fissaggio del calcio nelle ossa e la guarigione dall’anemia e dall’anoressia proprio per la sua capacità di migliorare l’assimilazione degli alimenti (di conseguenza favorisce il transito intestinale, la digestione e li disturbi epatici).