Sono intollerante al glutine? Cause e sintomi della celiachia

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In Italia, si stima che la celiachia colpisca 1 soggetto ogni 100 persone: potenzialmente sarebbero quindi 600.000 (ma ne sono stati diagnosticati ad oggi poco più di 100.000) e ogni anno si verifica un incremento di circa il 20% (20.000 nuove diagnosi).

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine e alle proteine affini, che provoca un’infiammazione cronica dell’intestino nei soggetti predisposti e, quindi, un danneggiamento dello stesso intestino tenue e l’inabilità successiva di assorbire certi nutrienti del cibo: è perciò una patologia multifattoriale legata ai due fattori citati (la predisposizione genetica –intrinseco- e la presenza nella propria alimentazione del GLUTINE appunto –ambientale-).

Poiché le conseguenze possono esser più o meno gravi (anche assumendo in piccole dosi il glutine) in quanto un inefficace assorbimento di sostanze può privare il cervello, sistema nervoso, ossa, fegato e altri organi di nutrimenti e causare deficienze vitaminiche (che possono comportare altre malattie), attualmente la dieta senza glutine, seguita con rigore ed attenzione, è l’unica terapia veramente efficace per il celiaco, affinché abbia un ottimale stato di salute.

Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena, farro, spelta, kamut, triticale) che per il 50%, è costituito dalla prolamina, la sostanza responsabile dell’effetto tossico e quindi intollerante, per il celiaco.

Le diverse forme di celiachia

La MC (malattia celiaca) solitamente si manifesta fra il 6° ed il 15° mese di vita, cioè con l’introduzione del glutine nell’alimentazione del bambino, ma può anche manifestarsi a qualsiasi età, e viene classificata in diverse forme cliniche:

  • Tipica
  • Atipica
  • Silente
  • Latente

La celiachia tipica

Si caratterizza per la comparsa di diarrea. Acuta o cronica con inizio insidioso, le feci sono abbondanti, maleodoranti, lucide, chiare, ricche di acqua e le evacuazioni sono numerose (può capitare la presenza di una sola evacuazione giornaliera abbondante).

In alcuni casi, quando la diagnosi non è repentina e precoce (ma ciò avviene sempre più raramente grazie alle nuove conoscenze scientifico-mediche), la diarrea può divenire grave con disidratazione e shock (crisi celiaca), a cui possono associarsi anoressia, dolori addominali, vomito, arresto della crescita o addirittura calo ponderale; l’addome si presenta espanso, globoso e contrasta con la magrezza degli arti inferiori e dei glutei; talora sono presenti edemi agli arti inferiori ed alle palpebre e spesso vi sono alterazioni dell’umore e del carattere con irritabilità o addirittura apatia.

La celiachia atipica

Si caratterizza per la prevalenza di sintomi extraintestinali ed assenza di diarrea; le manifestazioni cliniche sono secondarie al malassorbimento e comprendono bassa statura, anemia da carenza di ferro o di acido folico (non rispondenti alla terapia orale), rachitismo, osteoporosi, displasia dello smalto dentario, che può variare da alterazioni cromatiche a presenza di solchi e picchiettature fino alla perdita totale dello smalto. E ancora, dolori addominali ricorrenti, aftosi recidivante, ritardo puberale, stipsi, ipertransaminasemia idiopatica, sindromi emorragiche, alopecia.

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La celiachia silente

Si caratterizza per la presenza di lesioni della mucosa intestinale tipiche della celiachia in assenza di sintomatologia, che regrediscono dopo una dieta priva di glutine.

La celiachia latente

Indica una variante clinica in cui la malattia esiste ma non si è ancora manifestata. Alla diagnosi, questi pazienti presentano una mucosa intestinale normale e non vengono sottoposti ad un’alimentazione priva di glutine, ma devono essere ugualmente controllati nel tempo per poterli diagnosticare e trattare prima della comparsa di complicazioni, che potrebbero essere la prima manifestazione clinica della celiachia. A distanza di tempo, i soggetti con malattia celiaca latente presentano un’atrofia della mucosa intestinale, che regredisce dopo una dieta priva di glutine.

La celiachia nel bambino e nell’adulto

Quando parliamo di celiachia, è opportuno fare un’ulteriore differenziazione anche in base all’età del soggetto che ne soffre:

– Celiachia nel bambino: nella maggior parte dei casi, l’intolleranza si evidenzia dopo qualche mese l’introduzione del glutine nell’alimentazione, con sintomi quali diarrea, vomito, anoressia, irritabilità, arresto della crescita o calo ponderale.

Se compare in seguito, dopo il 2°-3° anno di vita, in genere prevalgono altri sintomi come deficit dell’accrescimento della statura e/o del peso, ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti, anemia sideropenica, che non risponde alla somministrazione di ferro per via orale.

Alcuni esami di laboratorio (anticorpi antigliadina, antiendomisio e antitransglutaminasi) possono dar fondamento al sospetto di celiachia, ma solo la documentazione di anomalie della mucosa enterica (atrofia totale o parziale dei villi, prelevati mediante una biopsia eseguita durante una gastroscopia), può consentire la diagnosi della patologia.

Celiachia nell’adulto: l’intolleranza può comparire anche da adulti, in qualsiasi periodo della vita, spesso dopo un evento stressante come la gravidanza, un intervento chirurgico o un’infezione intestinale.

Alcuni soggetti presentano sintomi classici (di malassorbimento) come diarrea, perdita di peso e carenze nutritive multiple; altri invece, soffrono di uno o più sintomi cronici estranei all’apparato digerente (crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, afte, disturbi psichici e molto frequentemente, anemia da carenza di ferro).

Vi sono anche pazienti che non presentano sintomi o hanno disturbi talmente modesti che vengono diagnosticati solo perché in famiglia c’è già un celiaco, e non perché si siano rivolti al proprio medico per disturbi o dolori vari.