Tamarindo

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Il tamarindo o “dattero dell’India” è una pianta arborea e tropicale sempreverde appartenente alla famiglia delle Leguminose. La pianta è originaria del Madagascar diffondendosi anche nelle aree tropicali di India, Thailandia e Indonesia. Oggi si trovano piantagioni di tamarindo anche in Brasile e in Messico.

In Italia arriva come frutto già ridotto in pasta in comode confezioni e vasetti oppure commercializzato in bottiglie dopo essere stato trasformato in sciroppo. Nel nostro Paese non può essere coltivato perchè, essendo un albero tropicale, necessita di esigenze particolari di temperatura e irrigazione e non riesce a sopportare la coltivazione alle nostre latitudini.

Quali sono le caratteristiche della pianta di tamarindo? Quali proprietà e benefici possiede? Quante tipologie di frutti del tamarindo ci sono? Quali sono gli usi del tamarindo? La pianta può avere effetti indesiderati e controindicazioni? Scopriamolo insieme.

Caratteristiche del tamarindo

La pianta del tamarindo può raggiungere i 30 metri di altezza e i 7 metri di circonferenza. Le foglie sono formate da tante foglioline di colore verde chiaro e i fiori (riuniti a grappolo d’uva) sono gialli con striature rossastre o arancio.

I frutti del tamarindo, invece, sono baccelli dalla forma allungata e leggermente curva, di colore marrone. I semi per ogni baccello sono color cioccolato e dal sapore aspro ma gradevole al palato. Esistono diverse tipologie del tamarindo alcune di queste molto diffuse e utilizzate anche a scopi culinari.

Quante tipologie di tamarindo ci sono?

Sono diverse le tipologie del tamarindo, le più diffuse e utilizzate:

  • tamarindo australiano
  • tamarindo dolce
  • tamarindo di Manila
  • tamarindo vellutato
  • tamarindo di Spagna
  • tamarindo del cavallo africano

Tutte le tipologie della pianta tropicale del tamarindo hanno le stesse caratteristiche di base e variano a seconda della consistenza e del colore.

Proprietà e benefici del tamarindo

Il tamarindo è ricchissimo di proprietà nutritive e possiede circa 240 calorie in 100 g di prodotto. Ecco le sostanze contenute nel tamarindo:

  • zuccheri
  • minerali
  • vitamine
  • pectine
  • acido tartarico
  • acido malico

In antichità il tamarindo era diffuso per le sue diverse proprietà curative della malaria e dissenteria. Inoltre veniva indicato per trattare la febbre reumatica. Molteplici sono gli effetti benefici per la salute e il benessere di corpo e organismo tra cui:

  • digestivo
  • lassativo (sotto forma di marmellata da usare anche nei bambini)-leggi i migliori lassativi naturali
  • regolatore intestinale
  • decongestionante e protettivo del fegato
  • antibatterico e antinfettivo
  • cura di denti
  • febbre reumatica
  • rinfrescante e reintegrante di sali minerali
  • antiossidante e tonificante
  • riduce il colesterolo
  • problemi cardiovascolari
  • riduce la pressione sanguigna
  • evita i picchi della glicemia

Come scegliere il tamarindo

Il tamarindo è una pianta tropicale sempreverde che deve possedere determinate caratteristiche per essere selezionata e utilizzata in cucina e per scopi industriali. Si pensi che il tamarindo viene coltivato anche per il suo legno molto resistente impiegato per la costruzione di mobili e case.

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Per avere un buon tamarindo, la pianta deve possedere:

  • baccelli integri (non rotti con la polpa che fuoriesce)
  • pieni e pesanti (e non vuoti e leggeri)
  • polpa zuccherina dal sapore leggermente aspro (ma non acido)
  • polpa dall’odore non acre e intenso

Come conservare il tamarindo

I baccelli del tamarindo, se freschi, possono essere conservati al fresco in frigo per almeno 20-22 giorni. Il tamarindo in pasta e sciroppo invece possono essere conservati in dispense per molto tempo (luogo asciutto e buio). Se vengono aperte le confezioni dalla dispensa devono essere conservate successivamente in frigo almeno per 5 mesi dall’apertura.

Il tamarindo si trova nei negozi specializzati, oppure i suoi semi sono reperibili nei migliori supermercati.

Usi del tamarindo

Il tamarindo ha numerosi usi in cucina. Viene, infatti, utilizzato per la preparazione di sciroppi, bevande e marmellate (soprattutto in Italia). Il tamarindo lo troviamo anche come frutta essiccata. Nella cucina orientale e asiatica, invece, il tamarindo è un frutto utilizzato molto come spezia da inserire in zuppe di legumi e riso.

Per ottenere un gustoso sciroppo di tamarindo occorrono:

  • polpa di tamarindo
  • acqua
  • zucchero

Mettere la polpa di tamarindo in un pentolino con l’acqua (5 volte superiore al peso della pasta) e zucchero a piacere. Fate cuocere per 15 minuti e appena l’infuso sarà pronto, filtrate con un panno di cotone. Il composto ottenuto è uno sciroppo con le proprietà benefiche prima indicate e molto dissetante.

Il tamarindo è utilizzato anche nei sorbetti (in alternativa a quella a limone) e nella salsa Worcester.

Controindicazioni e effetti collaterali del tamarindo

Il tamarindo ad oggi non possiede controindicazioni e non sono noti effetti collaterali. Ovviamente si consiglia di consultare il medico soprattutto se si hanno patologie serie e di non esagerare nel consumo.